Già tre mesi di Gandler
E tira aria di vero Como

È arrivata l’ora di fare una prima analisi sulla nuova proprietà straniera. Solidità, iscrizione e filosofia sono già gol segnati

Dopo tre mesi di Michael Gandler, cioè della Sent Enterteinment, alla guida del Como, alla luce di quanto accaduto in queste prime settimane, c’è già spazio per fare un mini bilancio. In attesa di quello più delicato e importante del campo.

Sono bastati tre mesi per capire che la musica è cambiata. Tante certezze in partenza, qualche dubbio normale, specie per una nuova società che si manifesta in una maniera diversa.

Prima parola da mettere a referto: solidità. C’è la sensazione che si sia in mani solide ed economicamente affidabili. Il che è riassunto da un particolare: per la prima volta da illo tempore, la fase dell’iscrizione al campionato non è stata un problema.

E poi, certo, la filosofia: sia sulla prima squadra che sul settore giovanile, che richiama a quella del vecchio Como. La voglia di un progetto pluriennale con i giovani, con allenatori che hanno fatto parte della storia del Como, la pacata figura di Carlalberto Ludi, subito in sintonia con il mondo-azzurro, la politica dei piccoli passi. Con una novità subito sottolineata anche da Centi: per la prima volta non si partirà per vincere, ma per assestarsi.

Tutte rose e fiori? Eh, sarebbe bello! Ma anche strano, dopo soli tre mesi di lavoro. Detto che partiamo da basi solide, c’è il resto. Il primo esame, sarà la squadra. Il budget, secondo indiscrezioni, per la squadra è bassino: sul milione e mezzo.

Infine la mancanza del presidente, in linea con i nuovi assetti societari moderni, ma contro la tradizione. E anche il fatto che si sia esposto solo il Ceo, unico referente, è particolare. Se Gandler viene rapito dagli alieni, cosa succede? Comunque buon viaggio.

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