La ricetta di Gattuso: «Como,
non pensiamo di essere arrivati»

Alla nuova pausa, il tecnico del Como analizza la situazione

Siamo quasi all’anniversario. A fine novembre Giacomo Gattuso festeggerà un anno sulla panchina del Como. L’anno probabilmente più incredibile della sua vita, e uno dei più felici per la vita del Como. Una coincidenza non casuale. In un periodo molto positivo per la squadra e un entusiasmo che lo circonda intatto come quello di sette mesi fa.

Mister Jack, un anno che ne vale mille...

Sembra passato molto più tempo, davvero. Sono successe cose incredibili, non avrei mai immaginato che mi sarebbe capitata una cosa del genere.

E non è finita.

No, il bello è questo. Perchè il passato è bellissimo ma è passato. Bisogna pensare tanto e solo al futuro, anche se le soddisfazioni di questi mesi sono state talmente grandi che non riesco nemmeno a esprimerle a parole. Ho lavorato tantissimo e sono stato ampiamente ripagato, perchè è stato anche molto faticoso. Ma non c’è niente di più bello che vedere nei fatti la testimonianza e il risultato del proprio impegno.

La vera sorpresa di questo Como forse è proprio lei.

Io so che non mi piace stare troppo in prima pagina, cerco di stare ancora nel mio, senza leggere troppo, senza ascoltare troppo. E credo che debba essere questo anche l’atteggiamento verso la squadra. Per tutelarci.

Cioè?

Cioè, penso all’anno scorso. Non eravamo partiti per vincere, poi abbiamo cominciato ad andare bene e l’asticella si è alzata. Abbiamo pareggiato in casa con il Grosseto e apriti cielo, polemiche e critiche, tra l’altro per aver preso due gol fenomenali in una partita che altrimenti avremmo potuto vincere... Ecco, voglio evitare che accada questo. Perchè quando si alzano le aspettative basta poi un attimo per cadere ed essere criticati.

Meglio stare dove si è, però, in ogni caso. E non si può evitare di sottolineare quello che sta accadendo.

No, ma siamo noi a non doverci pensare troppo. E in questo senso sono abbastanza tranquillo. Il gruppo è in fiducia, sanno darsi a vicenda emozioni ed energie e sanno metterle a frutto. Mi piace molto la capacità della squadra di esprimersi all’interno della partita a seconda dei momenti e delle situazioni. E queste sono cose comunque acquisite. Ma fare una buona serie positiva non rende più facile questo campionato.

Rigiriamo il concetto, allora. Secondo lei in che cosa questa squadra ancora manca? Dove vede possibili margini di crescita?

Quelli dobbiamo ancora trovarli, è un nostro obiettivo. Capire in che cosa possiamo ancora migliorare è il nostro lavoro di ogni giorno. E sono anche io stesso un po’ curioso di capirlo. Lo dico sempre, la crescita della squadra passa dalla crescita individuale. E ora stiamo facendo bene per questo, perchè ognuno individualmente sta migliorando.

Ma un po’ sorpreso lei non è, quando vede cose tipo la prima mezz’ora con il Perugia?

Si, lo sono, lo ammetto. In alcuni momenti la mia squadra sorprende in positivo anche me.

Siete al top, o ce n’è ancora?

La cosa da pensare è che dobbiamo sempre essere al nostro top. Adesso abbiamo davanti un periodo molto impegnativo, non possiamo pensare di poter calare di un millimetro, dal punto di vista fisico e mentale. Qui ogni avversario è pericoloso, ogni situazione va letta nel modo giusto.

La sua squadra però dà l’impressione di poter dare, quasi sempre, la sua impronta alla partita, più che di dover essere costretta ad adattarsi agli altri. Ormai è accaduto anche spesso di segnare nei primi minuti, condizionando la partita subito a proprio favore.

Questo sì, è giusto. Ed è un atteggiamento importante, così come quello di non accontentarci mai. E’ una grande qualità a livello mentale.

Con il Perugia ce ne siamo accorti. A proposito, passato alla grande l’esame di uno schieramento con quattro attaccanti. Si può fare, insomma.

Si può fare perchè la squadra ha avuto la solidità di reggere e sorreggere un assetto così offensivo, trovando comunque gli equilibri giusti. La difesa deve essere brava a stare più alta, e gli attaccanti devono essere capaci di difendere di più, hanno compiti ancora più impegnativi. Se così non è, non ci si può certo permettere questo tipo di scelte.

Che rivedremo?

Dipenderà anche dal tipo di avversario che affrontiamo.

Parole positive per tutti, ma ne diciamo una in più per la coppia in mezzo al campo, Bellemo e Arrigoni, fondamentali in questo equilibrio?

Certamente. Anche perchè già l’anno scorso sono stati fondamentali e continuano a esserlo. Corrono tanto, ci mettono energia e cuore e riescono a trasmetterli anche alla squadra. Hanno un compito molto impegnativo, fondamentale. E mi fa piacere rivedere in loro quello che già avevo visto un anno fa. Però permettetemi di dire che anche con H’Maidat la squadra giocava bene, e che lo stesso Kabashi potrà esserci molto utile. Come tutti, del resto.

Positivo, e importantissimo, anche l’atteggiamento di chi è sceso dalla serie A. E non era forse così scontato.

Sono dei leader, ma non leader presuntuosi. Giocatori corretti, che sanno come aiutare la squadra e fare la differenza. Ma tutti i miei giocatori fortunatamente lo sono. E lo stanno dimostrando. Validi tecnicamente ma soprattutto validi come persone, come personalità, che è la cosa che conta di più. Del resto, ne abbiamo avuto una dimostrazione all’inizio, dopo le tre sconfitte. C’era il rischio di entrare in un tunnel pericoloso, io sono stato giocatore e lo so bene. Se non è successo è proprio per questo, perchè è gente che ha carattere.

Una grande tutela anche per il futuro.

Le difficoltà ci saranno, arriveranno. Ma avremo comunque sempre la forza per venirne fuori. E’ questo, più di qualsiasi vittoria, che mi dà fiducia.

E che dà fiducia a tutto l’ambiente.

Sì, perchè questa squadra, ogni singolo giocatore, sa trasmettere alla gente qualcosa di speciale. E il pubblico lo percepisce, capisce che ognuno di loro sta dando tutto, per se’ stesso e per i compagni. Sono tutti giocatori ambiziosi, nel senso positivo del termine. Con la voglia continua di migliorarsi.

E la sua ambizione adesso, dopo un terzo di campionato, dopo un anno di panchina sempre in crescita, qual è?

Io sono felice, la mia soddisfazione la conoscete, la conoscono i tifosi. Faccio quello che desidero nel posto che amo di più, con una società solida, un bel gruppo di lavoro, e le cose stanno anche andando bene. La mia ambizione, adesso, e quella di tutta la mia squadra, è e deve essere solo una, non smettere di migliorare mai.

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