Ludi: «Il progetto è solido
Covid, Como niente alibi»

Il ds è appena tornato dall’Indonesia dove ha incontrato i vertici della società

Carlalberto Ludi, direttore sportivo del Como, è reduce da una settimana di viaggio di lavoro a in Indonesia. Con il responsabile dell’area tecnica Denis Wise è stato a Giacarta, dove ha incontrato la proprietà. Quando è tornato in Italia, giovedì scorso, Ludi ha trovato il mondo (calcistico) cambiato: contagi, partite saltate, una squadra in quarantena, il campo di Bregnano deserto. E senza poter incontrare nessuno, visto che il ds ha dovuto sottoporsi a quarantena preventiva in virtù del fatto che era reduce da un viaggio all’estero. Così si è attaccato al telefono, lavorando da casa, dalla mattina alla sera. E giocoforza, tra le telefonate, ha dovuto inserire anche la nostra: troppa la curiosità di tutto l’ambiente azzurro per quello che dobbiamo considerare un vertice tecnico (per quello strategico logistico c’è Michael Gandler) importante.

Oltre a cementare il rapporto della nuova coppia alla guida della gestione sportiva: quella formata da Denis Wise-Charlie Ludi.

Come è andata, Ludi?

Bene. È stato un viaggio interessante. Che mi ha sicuramente arricchito.

Avete incontrato la proprietà?

Certo. Abbiamo visto in più occasioni Mirwan Suwarso.

Ma Suwarso non abita a Londra?

Suwarso è... un cittadino del mondo. Credo che viva sull’aereo, tanto viaggia. Ma adesso è tornato a Giacarta per via del Covid.

Che impressioni ha avuto da questo viaggio?

Il progetto, solido, continua. Senza esitazioni, senza nuove valutazioni che ribaltino la linea fissata. Non è un progetto a breve gittata, ma profondo. Con l’obiettivo di migliorare anno dopo anno. L’anno scorso è stata una stagione di apprendistato. Anche loro hanno dovuto conoscere la situazione. Ora è arrivato Wise che a sua volta sta prendendo coscienza della realtà italiana. Ma, come avete scritto anche voi, l’arrivo di Wise è la prova che adesso anche a Giacarta si pensa a una accelerazione sul fronte sportivo.

Si può pensare a una visita della proprietà a Como in un prossimo futuro?

Adesso c’è il problema del Covid e dunque non è programmabile. Ma credo che sia possibile nei prossimi mesi. Suwarso ha ripetuto spesso, in questi giorni, che ha voglia di venire in Italia. Anzi ha detto: l’Italia mi manca...

Avete visto la famiglia Hartono?

No.La galassia della proprietà è immensa, e Suwarso è l’uomo che si occupa di questo progetto calcistico. Incontrando Suwarso, abbiamo incontrato la proprietà. Tra l’altro è appassionatissimo di calcio, conosce giocatori e caratteristiche come una enciclopedia.

Come si lavora con Wise?

Bene. Wise è un manager molto capace. Una visione, è molto risoluto e non ha problemi a cambiare passo quando una decisione deve essere presa. Ma è anche un uomo che sa mettere a proprio agio il proprio interlocutore. Un approccio easy che aiuta a lavorare bene. E comunque non avevo bisogno di passare sette giorni con lui per conoscerlo: ci sentiamo dieci volte al giorno...

Lei è andato via all’indomani della sconfitta con la Giana e in sua assenza si è scatenato il contagio.

Wise mi ha voluto con sé, perché capissi a fondo e a 360° il meccanismo. Dopo la sconfitta con la Giana e con qualche caso di febbre mi ero detto disponibile a rimanere per monitorare la situazione. Ma Wise ha confermato il programma. Del resto chi ha seguito la vicenda qui ha operato in maniera efficace.

Sette giorni, una sosta lunga...

Wise doveva seguire anche le selezioni di Garuda. Per me è stato interessante conoscere anche quel mondo.

Wise ha la fiducia della società?

Totale.

Come avete seguito la partita con la Juventus?

Alle 4 del mattino, in diretta tv, ognuno nella sua stanza d’albergo e in collegamento tra di noi al telefono.

Soddisfatti?

Credo sia stata la migliore partita del Como sin qui. Peccato la sofferenza finale ma credo che il gol subìto avesse messo un po’ di tensione alla squadra. Ma è stata una prestazione molto positiva. Anche perché si è trattato di una reazione dopo un risultato negativo. La squadra ha reagito da... squadra. Il gruppo ha voluto dare una risposta e questo è stato un elemento importante nel progetto di crescita.

Però adesso il Covid rischia di travolgere tutto.

La situazione è molto delicata. È stato un tsunami che però non deve dare alibi a nessuno.

In che senso?

Nel senso che ci sono altre squadre che si sono state toccate in maniera profonda dal virus. Ma hanno reagito, sono scese in campo in difficoltà, non si sono piante addosso. È quello che dobbiamo fare. Dobbiamo vivere alla giornata, vivere su quello che succede giorno per giorno e presentarci in campo nella migliore delle situazioni possibili. Poi va da sè che le valutazioni debbano tenere presente le condizioni in cui tutti stanno lavorando.

Come si fa ad andare in campo domenica?

Vediamo l’esito dei tamponi, faremo la conta e, se si potrà giocare, se avremo l’organico minimamente necessario, giocheremo. Senza piangerci troppo addosso.

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