Raggio Garibaldi (Como) dopo il gol
«Mi mancava, adesso farò meglio»

Intervista con il match winner: «Ci ho messo un po’ a calarmi in questa nuova realtà»

Il piacere di essere decisivo. Che più si va avanti e più è saporito. Stavolta se l’è gustato Silvano Raggio Garibaldi, che per il suo primo gol stagionale se n’è regalato uno da tre punti.

Un suggello alla vittoria contro il Darfo Boario, ma anche a una sua crescita personale nel Como.

Un percorso che nel giro di pochi mesi lo ha portato a essere un perno quasi fondamentale nel gioco di Banchini e un elemento importante nella corsa finale.

«Ho fatto fatica il primo mese, è vero. Ho dovuto guardarmi un po’ intorno, calarmi in questa realtà, poi tutto è diventato più naturale. Sono contento di aver segnato, era qualcosa che mi mancava. Anche questo servirà a farmi stare ancora meglio».

Anche lui, del resto, è la dimostrazione concreta di una squadra che sa cambiare e trasformarsi, con tante alternative a disposizione, «quella che è la forza di questo gruppo, del resto. E che potrebbe essere ancora più importante in questo finale».

È un momento particolare questo, su tutti i fronti. Ed è anche un momento in cui il Como, rispetto ad altre fasi della stagione, ci mette un po’ di tempo in più per riuscire a risolvere le partite a suo favore.

«È vero, ma credo sia normale. Verso la fine della stagione tutto diventa un po’ più difficile, anche quando si gioca contro squadre di bassa classifica. E poi c’è comunque più tensione, diciamo una tensione diversa. Che porta magari anche a essere un po’ più imprecisi, anche se l’importante è arrivare al risultato».

Inutile nasconderselo però, il testa a testa con il Mantova porta una pressione diversa, che il Como fortunatamente anche domenica ha indirizzato però nel verso giusto. «È così, anche se al Mantova quando siamo in campo non ci dobbiamo proprio pensare».

Silvano, in quanto ex abbastanza fresco, conosce Mantova e il Mantova, «ora solo un paio di giocatori», sa che è un avversario che come il Como «meriterebbe di salire, peccato davvero essere nello stesso girone. Ma è inutile pensarci, è inutile vedere che in tutti gli altri gironi si va molto più piano...».

Inutile sì, e inutile chiedersi il perché di questa divisione. «A Como sto bene, sono qui per cercare di vincere e a questo penso».

Ma quelle frasi pronunciate da Banchini una settimana fa sul fatto di tenere la squadra protetta da ciò che avviene all’esterno erano sintomo di qualche reale problema? «No, però le condivido. Leggiamo, sentiamo, e tutto questo non ci ha dato nessun fastidio. Ma perché rischiare, in un momento come questo? È inutile caricare la squadra di pensieri diversi che non siano quelli del campo. Se non pensassimo ancora di poter vincere non saremmo qui a lavorare e a lottare ogni partita. E i nostri pensieri devono andare tutti lì, per raggiungere qualcosa in cui veramente crediamo».

Torniamo all’inizio, il gol. «Non sono uno che segna molto, anzi. Ne segnai tre quattro anni fa, poi basta. Stavolta lo volevo, è il segno di quello che sto cercando di ottenere insieme al Como».

Quei tre gol erano con la maglia del Mantova, destino vuole che quello con il Como sia un segnale preciso proprio alla grande rivale.

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