Wise-Ludi, ci siamo. Un summit di mercato

Calcio Como Il Ceo inglese sempre più spesso qui: «Siamo al lavoro per migliorare. Cerri? Piace a tutti, no?». «Per Ioannou c’è una possibilità». «Giocatori stranieri? È possibile». «Io a Como? Le case costano care...»

L’ufficio di Ludi è diventato una sala di comando della Nasa. Al tavolo c’è il dg azzurro, seduti di fronte a lui Dennis Wise (l’ex capitano del Chelsea, Ceo inglese del Como) e Cristian Bruccoleri capo scouting della società. Sul tavolo, portatili aperti su nomi, diagrammi, dati, rendimenti; vicino al tavolo un televisore gigante a schermo piatto dove evidentemente guardare immagini di giocatori. Sul tavolo un foglio realizzato a computer: un campo di calcio con sei-sette nomi per ruolo, i profili individuati per comporre il nuovo Como. Ludi lo sventola per un attimo, prima di farlo sparire: «Stiamo lavorando. Senza enfasi, in silenzio come sempre».

Wise

A Wise non piace parlare. E infatti sostanzialmente non lo farà nemmeno questa volta. Almeno nel senso di un’intervista. Ma il suo atteggiamento non è scontroso o altezzoso. Sorride, anzi ride proprio, di fronte alle richieste di chiarimenti. Parlare non è nel suo stile, lo ripete più volte: «Lavorare, non parlare». E’ la maniera di operare di questa società. Tanto è vero che il web è pieno di trattative, molte false, alcune saltate fuori da strategie tra procuratori, ma il Como non compare mai. Al Como non interessa finire sui giornali.

Comunque Wise due cose le dice, sempre con quel sorriso, tra il cordiale e l’irriverente teppa, che aveva quando alzava i trofei con il Chelsea. Cerri? «Cerri piace a noi, piace all’allenatore, piace ai tifosi e mi pare di capire anche a voi giornalisti. Dunque faremo il possibile per confermarlo». Ioannou: «Il fatto che il Nottingham sia andato in Premier per noi è una buona notizia». Facendo immaginare una trattativa ancora aperta.

Arriveranno giocatori stranieri? «E’ possibile, ci guardiamo intorno». Qual è l’obiettivo? «Migliorare. Del resto è l’obiettivo sempre di chi fa sport». Gli abbiamo chiesto della sua permanenza qui, delle sue visite sempre più frequenti: «Sapete quante volte sono venuto qui nelle ultime settimane? Vado avanti e indietro, questa storia mi appassiona. Abitare a Como? Le case sono troppo care, non me le posso permettere...», e ride di gusto. Rifiuta di fare un bilancio della stagione: «Per quello c’è l’allenatore, non entro mai nel merito». E dice no anche a una futura intervista sul suo passato: «Io non devo parlare, devo lavorare. E voi dovete occuparvi del Como, non di Dennis Wise. E’ il Como al centro del progetto».

Stadio

Infine lo stadio: «Sono ottimista, ma dobbiamo aspettare le elezioni». Poi si prende una pausa: fa una passeggiata sino in cima alla Curva Azzurra, scatta foto da mandare agli amici, si sofferma sugli adesivi incollati sui tubolari. Dennis Wise, Ceo del Como.

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