Quella barca del 1968
che anticipò Ruta

Di quel “quattro senza” medaglia di bronzo a Città del Messico 68, è rimasto solo Renato Bosatta di Pianello Lario

La medaglia di bronzo conquistata da Pietro Willy Ruta nel doppio pesi leggeri alle Olimpiadi di Tokyo, ha riacceso gli entusiasmi di migliaia di appassionati di canottaggio del nostro lago. Da Como a Menaggio, ovunque esista una canottieri che pratica il carrello olimpico o il sedile fisso, si è esultato. Barbanera Ruta è il personaggio più conteso per feste societarie o richieste occasionali di selfie. Incontrare un medagliato olimpico non capita tutti i giorni. Anzi sono 53 anni che sul Lario comasco non se ne vede uno.

L’ultimo è stato ai Giochi di Città del Messico 1968, con il bronzo del quattro senza, targato Falk di Dongo, di Renato Bosatta, Tullio Baraglia, Pierangelo Conti Manzini e Abramo Albini. La Falk non c’è più da molti anni, ma per tutto l’alto lago il suo ricordo è ancora vivo. La medaglia di Ruta ha fatto sfogliare ai superstiti di quelle imprese olimpiche l’album dei ricordi.

Di quel “quattro senza” medaglia di bronzo a Città del Messico 68, è rimasto solo Renato Bosatta di Pianello Lario. Tullio Baraglia e Pierangelo Conti Manzini sono morti, mentre Abramo Albini ha lasciato da anni il Lario per trasferirsi nel Padovano.. Nel 2014 Pianello Lario ha eretto un monumento sul lungolago pedonale per ricordare le imprese olimpiche di Renato Bosatta e Giancarlo Crosta , e la partecipazione a Monaco 1972 dell’altro canottiere-operaio pianellese Giglio Moralli. Conti Manzini è morto nel 2003 e tre anni dopo, il 28 ottobre 2006, Gera Lario gli ha dedicato una scultura nello spazio del porto. All’inaugurazione era presente anche Enzo Molteni, allora presidente della Lario e consigliere nazionale della Fic. Renato Bosatta, è nato a Pianello l’11 febbraio 1938 e vi risiede tuttora. Pietro Galli, il tecnico nazionale di allora e suo allenatore, lo definì il più grande capovoga di quegli anni.

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