Cantù, l’entusiasmo di Sodini
«Una squadra per vincere tutto»

A mercato quasi chiuso, parla l’allenatore biancoblù: «Sono i giocatori che ho chiesto io»

La spiaggia della Versilia, la brezza che arriva dal mare, la voglia di farsi vedere e sentire della figlioletta. Marco Sodini e Viareggio, la casa e il posto dove rifugiarsi sempre. Dopo una vittoria o una sconfitta. O prima di una nuova avventura. Com’è questa: la numero due alla Pallacanestro Cantù.

Coach, qual è la vista sulla prossima stagione, lì da quelle parti?

Dal mio punto di vista, meglio non poteva andare. E non lo dico per piaggeria. Tutti i giocatori che ho chiesto me li hanno presi, non posso che essere contento. Grande lavoro del club e del “povero”, per quante volte l’abbiamo chiamato in causa, Daniele Della Fiori.

Giusto per capire le curve, ci spiega come funziona: lei domandava e lui chiudeva la trattativa?

Il nostro è stato un lavoro d’equipe, dall’inizio - quando eravamo solo in tre (io, Daniele stesso e Fabrizio Frates) - alla fine, quando con Massimiliano Oldoini siamo diventati un vero quadrumvirato.

Non male, visti anche i nomi.

Abbiamo in testa un modello prestazionale ben preciso. Per arrivare al nostro obiettivo serviva trovare i migliori da inserire. A conti fatti, ci siamo riusciti perfettamente.

In un mercato che non ha niente da spartire con quello di A.

Anzi. È profondamente diverso. I giocatori forti sono molto pochi e chiaramente inseguiti da tutti. Noi siamo riusciti a fare una roba top, top, top e quindi sono molto sereno, perché abbiamo messo in ogni ruolo tre giocatori che possano ricoprirlo.

Togliamoci subito il dente, così magari va via il dolore: a Cantù, comincia a girare la voce che siate un po’ pochi nel ruolo dei lunghi.

Vi aspettavo. Non capisco da dove possa arrivare tale convinzione. Da Ros in A2 a Trieste ha già dimostrato di essere una garanzia anche da “5”. Bayehe, prima ancora dell’esperienza accumulata l’anno scorso, nella sua ultima stagione in A2 ha avuto le stesse statistiche del miglior centro del campionato del 2020/21. Boev è un prospetto del Pgc che ha solo bisogno di giocare per farsi vedere e valere. E poi c’è Nikolic, che ci sta benissimo anche nel “4”. Se qualcuno dovesse essere affaticato o mancare, abbiamo gli uomini per intervenire anche da altri ruoli.

Si assume dunque la responsabilità di quel che ha detto e ha scelto?

Assolutamente sì. Così avevo in mente la mia squadra e questi sono i giocatori che ho voluto. Siamo enormi, e non poco. Anzi, estenderei il concetto: siamo la squadra con più talento degli ultimi 15 anni in A2.

Non le sembra di esagerare?

Ma perché? I due americani, Severini o Bucarelli che sia, Da Ros e Bayehe. Con Stefanelli, Sergio, Nikolic e Boev da dietro, ma dietro non si può dire perché ho scelto di avere nove titolari: credete sia poco?

Sarà una squadra da corsa?

As-so-lu-ta-men-te: corsa estrema. Con grande aggressività difensiva e capacità di produzione di tiri nei primi secondi. Il nostro modello dovrà essere il più alto possibile, impossibile accontentarsi.

Con che obiettivi?

Abbiamo una qualità tale da poter e dover vincere l’A2, facendo crescere i nostri giocatori. Non saremo mai nella condizione di aspettare di vedere cosa fanno gli altri, ma dovremo proporre il nostro gioco. Sempre.

Vincere. Tornare a farlo. Cercare di tornare a farlo. Situazioni alle quali bisognerà fare l’abitudine.

Vi dico che deve finire questa storia di avere paura di sbagliare. E di misurarsi con quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Serve che ci sia solo una grande predisposizione alla normalità.

Sta mandando messaggi, per caso?

Sto tracciando una via. La via. Praticamente nessuno di quelli che è qui ha responsabilità di quel che è successo. Comincia un’altra storia, diamo fiducia ai giocatori che abbiamo scelto. Veniamo a vederli, prima. E poi incitiamoli. Perché tutti sanno perché sono qui e quale deve essere il traguardo: vincere, tornando a fare divertire e innamorare la nostra gente.

Vincere non è mai facile...

Lo sappiamo benissimo. Ma sappiamo anche dove vogliamo e dobbiamo arrivare. Abbiamo quaranta partite - tra precampionato, coppa e campionato - per arrivare a giocarci la prima gara che conta veramente, e cioè quella inaugurale dei playoff.

Non teme con nove titolari di scontentare qualcuno?

È un non problema. Le gerarchie, soprattutto quando sono chiare, sono necessarie. Ma anche quelli che pensano di dover partire da dietro, devono sapere una cosa: qui il livello è molto più alto di una squadra normale di A2 e il tasso di competizione interna lo è ancora di più. Ragioneremo, magari, nell’ottica di un minutaggio dai 15 ai 25 minuti, senza grossi picchi. Ma saranno sempre e tutti di grande qualità.

Per quello che ha deciso di avere un roster così profondo?

Esattamente. Per essere sempre pronti a tutto. Come diceva Gianfranco Benvenuti, non è necessario giocare tanto per giocare bene, ma è necessario giocare bene per giocare tanto. E questa massima, che sono sicuro faccia piacere anche a Fabrizio Frates, deve essere la nostra stella polare.

A proposito del direttore tecnico, che effetto le fa avere uno staff di questo peso?

Fate un po’ voi... Avere in A2 due professionisti che si sono seduti su panchine di Eurolega è tantissima roba. E la conferma di quanto la società abbia voluto fare le cose per bene.

Bucarelli, al pari suo, ha detto che questa società più che guardare alla promozione immediata dovrà pensare il prima possibile al ritorno in Europa.

È questo l’atteggiamento che mi piace. Non ci saranno, forse a parte Udine, squadre con qualità come la nostra. Che tra l’altro è anche altamente futuribile, visto che a parte Sergio e Da Ros sono tutti sotto i 30 anni. Noi partiamo per vincere tutte le partite. Poi se saranno tutte meno una o tutte meno due, l’importante sarà farsi trovare al meglio nel momento clou.

Quindi che squadra ci proporrà?

Una che faccia presto capire alla gente di Cantù la voglia di buttarsi su tutti i palloni, senza risparmiarsi. Saranno gli altri a dover correrci dietro.

Formazione reattiva fin da subito.

Squadra fortissima. Chiaro, avremo bisogno di un attimo di tempo, perché abbiamo inserito nove giocatori nuovi e forse ci vorrà un po’. Però vogliamo vincere tutto: campionato, Supercoppa e Coppa Italia, se ci sarà.

Preoccupato di nulla?

Io no. Sento però uno strano rumore di sottofondo, quasi si faccia fatica a liberarsi del passato. Dico, allora, abbiate fiducia e innamoratevi di questi giocatori. Senza preconcetti. Vi assicuro che i ragazzi, con i quali ho già parlato, hanno tantissima voglia di fare qualcosa di bello.

E certi contratti pluriennali confermano anche il grado di fiducia della società.

Come potrebbe essere altrimenti? Prendete Bucarelli, quando è stato eletto miglior Under 23 della serie A2: per quale motivo non poteva subito giocare in A? Stesso discorso per Stefanelli, prima dell’infortunio: miglior giocatore della Coppa Italia di categoria, altro già pronto per il salto. E poi Sergio, che tra promozione mancata per pandemia e semifinali raggiunte non può che meritarsi il palcoscenico più importante.

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