Eroe Evenepoel: dalla caduta di Zelbio al titolo mondiale

Nel Lombardia del 2020 il belga neo campione del mondo rischiò la vita proprio nel Comasco

C’è ovviamente un filo sottile ma indistruttibile che unisce il titolo mondiale di ciclismo di Remco Evenepoel con il suo incidente a Como, anzi a Zelbio, nel Giro di Lombardia del 2020.

Quel giorno, la copertina di Sportweek (periodico sportivo) che presentava la corsa riportava, un po’ a sorpresa, il faccione di questo ragazzino prodigio belga, come favorito della corsa.

Nonostante i big al via di un Lombardia unico: si correva a Ferragosto, in emergenza Covid, con le strade (faticosamente) vietate al pubblico. Evenepoel cadde a Zelbio, nel bel mezzo della discesa da Sormano a Nesso, già teatro di incidenti in passato, anche cruenti.

Il giovane Remco finì contro un muretto, volando nel vuoto. Circa otto metri di volo, vivo ma fratturato al bacino, salvato dalla fortuna (avesse sbattuto la testa o la spina dorsale le conseguenze avrebbero potuto essere molto più gravi), con una difficile operazione di recupero nel dirupo in diretta tv.

Ci sono voluti due anni per riavere il vero Evenepoel, passato da una difficile rieducazione e da prestazioni comprensibilmente timorose, che lasciavano dubbi sul suo pieno recupero, così come ormai da tempo sussurravano gli esperti. Lui ha mandato giù tutto, pensando solo a pedalare.

Questa primavera il successo alla Liegi, lo scorso agosto (un mese fa) il primo successo in un grande Giro, la Vuelta, salutata da un pianto liberatorio. Domenica, tagliando il traguardo del Mondiale vinto, ha fatto segno si stare zitti: «Sono tornato». E adesso il Lombardia. Ma non troverà la discesa di Nesso, cancellata perché pericolosa. E crediamo che non gli mancherà...

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