Il casco della discordia. Parla il decoratore

Il caso Per qualcuno, la fiamma missina; di più: la fiamma fascista. Barzaghi: «Non scherziamo, che colossale equivoco»

Il caso della fiamma sul casco di Filippo Ganna ai Mondiali di ciclismo. Per qualcuno, la fiamma missina; di più: la fiamma fascista. Dai e dai, alla fine ha parlato lui. Il decoratore dei campioni, Stefano Barzaghi, comasco, di cui ci siamo più e più volte occupati. E’ stato lui a realizzare il disegno dello scandalo. E lui, prima divertito, poi forse infastidito, sicuramente imbarazzato dall’esplosione social del caso, a dirci: «Disegno politico? Macché politica, sono dei fulmini innocenti».

Il caso era esploso domenica sera, rilanciato da Repubblica: «Ganna in gara solo settimo con un simbolo sul casco che richiama la destra italiana». E poi Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e via postando.

Adesso interviene Barzaghi, comasco che da 12 anni è residente in Svizzera, dove ha il laboratorio in cui realizza da anni i disegni per i big del ciclismo, da Nibali in poi.

«Simbolo politico? Non scherziamo. Sono da sempre molto lontano dalla politica e non c’era nessuna voglia di copiare o ricordare alcunché. Si tratta di un disegno di fulmini, ben visibile nello sviluppo laterale del casco, che poi ho condensato al centro nella sovrapposizione. A me, guardandolo, poteva venire in mente il simbolo dei pompieri o un volo delle frecce tricolori. Quando ho visto tutto il can can venuto fuori, mi sono sorpreso».

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