Otto settimane per il Lombardia
Ma c’è la grana degli spettatori

Domani la decisione definitiva per l’8 agosto, intanto si attendono i protocolli per il pubblico

Ci vorrà qualche giorno in più per avere la certezza sul destino del Giro di Lombardia a Como. Sulla data e sul percorso intendiamo. L’Uci ha fatto slittare al 12, venerdì prossimo, la sentenza sul calendario internazionale. Doveva essere tutto ratificato e bollato martedì, ma evidentemente ci sono dei problemi. Il Lombardia però, tanto per dare la precedenza alle cose casa nostra, dovrebbe essere fuori da questa zona grigia: venerdì si dovrebbe ufficializzare la presenza in calendario l’8 agosto.

Per quanto riguarda il percorso, Paolo Frigerio di CentoCantù, organizzatore locale, e Marco Galli, assessore allo sport del Comune di Como, si sono dati appuntamento con Mauro Vegni di Rcs per una data appena successiva alla decisioni. Avrebbe dovuto già essere oggi. Sarà invece sabato oppure lunedì: sul tavolo il percorso, con l’eterno dubbio tra dove partire e dove arrivare tra Como e Bergamo. Con la netta sensazione che si opti per la partenza da Bergamo e l’arrivo a Como. Il che accontenterebbe sia la città orobica (la partenza sarebbe l’ideale per una cerimonia di “ritorno alla vita” dopo la pandemia) sia Rcs e Como che ritengono, a braccetto, la conformazione dell’arrivo sul Lario quella tecnicamente più competitiva, interessante, affascinante e selettiva.

Lo spostamento della sentenza Uci è determinata dal fatto che le federazioni dei vari Paesi, dopo aver rinunciato alle prove nazionali,adesso che la pandemia regredisce, sarebbero orientate a ripristinare quelle gare. Che sono in calendario per il 22 agosto (una data possibile inizialmente per il Lombardia assieme a quella originaria del 31 ottobre). Di qui i dubbi e le limature. Ma ci sono altri due pesanti argomenti che interessano la corsa Monumento italiana. Il primo è quello dei protocolli medici e della distanza sociale. Il 12 verrà discussa la regolamentazione per le squadre e gli staff tecnici da osservare durante le corse. Tutto molto complicato. E verrà anche affrontato il tema della distanza sociale. Temi che dovrebbero avere una discussione pubblica con una conferenza stampa lunedì 15. Quel giorno scopriremo cosa sarà permesso e cosa no al pubblico che vorrà seguire la corsa, se saranno interdette le zone di storico assembramento (Ghisallo, Muro, Valfresca) o se tutto sarà lasciato alla auto regolamentazione al buon senso della gente, salvo sanzioni di controllori.

Poi c’è la questione delle poche settimane a disposizione per organizzare la corsa. Otto settimane. Va bene che tutto è tracciato e si tratta di ripristinare un canovaccio già visto, ma le incognite derivanti dalla pandemia e le nuove imposizioni logistiche (pubblico sì, pubblico no?) potrebbero avere bisogno di qualche tempo per la loro messa a punto. Per Prefettura e Questura un periodo molto intenso.

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