Como e i torti arbitrali
«Non ne parleremo più»

La società ha deciso che nessuno dovrà commentare (anche a fine partita) le decisioni del direttore di gara

Niente più commenti, niente più polemiche. Nessuno al Como parla, né probabilmente parlerà più sino alla fine della stagione, delle decisioni prese in campo dall’arbitro. La prova lampante è arrivata domenica, e nei giorni successivi. Al Como a Lucca è stato annullato un gol a Nossa, una decisione che non ha pienamente convinto, su cui quantomeno si poteva esprimere un’opinione, anche pacatamente. Nessuno invece lo ha voluto fare, facendo capire che di questo genere di argomentazioni non si discuterà più per una linea di comportamento molto precisa. «L’arbitro ha deciso così? Ne prendiamo atto e non commentiamo», questo è quello che sostanzialmente ripetono tutti.

Ordine di scuderia? Più che altro, così come spiega il direttore generale Diego Foresti, una sorta di decisione presa di comune accordo. Nata da una situazione molto precisa, la turbolenta partita del Como a Roma contro la Racing. Episodi contestati, espulsioni, squalifiche, multe, di tutto è accaduto dopo quella gara, accesasi in particolare nel finale quando al Como è stato negato un rigore parso a tutti netto e poco dopo invece in un frangente simile alla squadra di casa il rigore era stato concesso, consentendole di vincere la partita.

«E anche - spiega Foresti, che peraltro dopo la partita con il Venezia aveva ammesso di essere stato lui la “persona non identificata” per i cui insulti il Como era stato multato – era giusto evitare che tutto questo rischiasse di diventare un alibi. Per questo motivo dopo la partita di Roma, nei giorni successivi, ne abbiamo parlato tutti insieme, anche con la squadra. E insieme abbiamo deciso che per il bene di tutti sarebbe stato meglio non parlare più di queste cose e cercare anche di cambiare il nostro atteggiamento, accettando quello che l’arbitro decide in campo».

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