Como, la campagna di Gandler
Tra stadio, sponsor e abbonati

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Michael Gandler non c’era alla prima al Sinigaglia. Un weekend di riposo per ricaricare le pile, alla vigilia di giorni importanti, specialmente sul fronte stadio. L’avvio non è stato semplice come si sarebbe immaginato.

Pronti via, gli hanno sfilato dal taschino il centro sportivo all’asta (cosa che non ha ancora mandato giù); voleva giocare il derby con il Lecco di sera, e gli hanno imposto il pomeriggio infrasettimanale; sulla questione stadio, mentre cerca di essere propositivo e collaborativo con il Comune, dall’altra non si capacita del ritardo con cui le cose si muovono, a cominciare dai lavori alla stanza che dovrebbe essere quella dell’ospitalità lounge; poi la questione sponsor: il Como ha incassato qualche “no” inatteso, tanto che la maglia è ancora senza il title sponsor e non solo per attesa scenografica; infine sulla campagna abbonamenti, dopo aver dichiarato che l’obiettivo è 2000 abbonamenti (già ridotto a 1800 nella scommessa che ha fatto con i dipendenti), per ora ha capito che la piazza è freddina a smuoversi, e che oltre allo zoccolo duro che gli garantirà poco oltre i mille abbonati, poi ci vorrà un grande agosto e un buon avvio di campionato per fare il resto. Anche se l’avvio non è stato male e la squadra vista ieri potrebbe fare breccia nei cuori dei tifosi.

Gandler ha lo sguardo di chi non si stanca tanto facilmente e queste prime difficoltà possono essere acqua fresca. Bisogna vedere come la pensano in Indonesia, però.

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