Como, pensa positivo
Prima certezza, il primato

È il momento del sostegno, non delle polemiche. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma è anche impossibile non farsi domande

È il momento del sostegno, non delle polemiche. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma è anche impossibile non farsi domande su quello che sta succedendo al Como. La sconfitta di Olbia, pesante nel punteggio, ma forse ancora di più nel modo in cui è stata subìta, non si può dire che abbia colto tutti assolutamente di sorpresa.

E il problema è proprio questo, quello di un trend negativo con cui il Como deve fare i conti da diverso tempo. Quali ne siano le cause, e le responsabilità se ce ne sono, ora però interessa poco. Serve analizzare alla velocità della luce come risolvere questi problemi, e tirare fuori subito quello che c’è di positivo, per non correre il rischio di incappare nella peggior beffa, probabilmente, che la storia del Como possa ricordare.

Innanzitutto c’è la classifica. E se vogliamo anche il calendario. Il Como nonostante un periodo veramente problematico è ancora in testa. Certo, gli altri rimontano, ma ancora non ci sono arrivati. Non è più un vantaggio tale da dover essere semplicemente gestito. Adesso va incrementato e reso più solido. Ma guardiamo i fatti: se il Como vincesse le prossime due partite, a Livorno e lo scontro diretto con l’Alessandria, tra dieci giorni sarebbe in B con una giornata di anticipo, senza pensare a un Novara che avrà pochi obiettivi.

Difficile, certo. Ma pensare che sia impossibile è decisamente fuori luogo. Altro argomento a favore: il punto sull’Alessandria al momento vale doppio, per aver vinto lo scontro diretto in trasferta. Ed è un vantaggio che è ancora nelle mani del Como. Solo domenica, con il Grosseto, il Como per almeno un’ora è stato in grado di giocare e gestire bene la partita. Roba da mangiarsi le mani per come è andata poi, specie alla luce del risultato di Olbia. Ma perchè pensare che non si possa essere più in grado di affrontare una partita così bene, se si è riusciti a farlo pochi giorni fa?

Ci sono anche, certo, gli argomenti a sfavore. Tanti, troppi momenti in cui si sarebbe potuto dare il break definitivo – per esempio queste ultime due partite – e non si è riusciti a farlo. Troppe fasi in cui la squadra sembra spegnersi, con il fisico e con la testa. C’è il dato dei gol subìti che non è certo da prima in classifica: miglior attacco, certo, ma decima difesa del girone.

C’è un’oggettiva difficoltà a sostituire alcuni giocatori, per infortuni o per mancanza di alternative. C’è stato, e questo alla lunga ha pesato molto, un crollo nel rendimento esterno in tutto il girone di ritorno: ventidue punti raccolti in trasferta all’andata, soltanto sette sinora nel girone di ritorno. Cinque sconfitte in otto partite esterne sono veramente tante.

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