Como, rebus spettatori
Campo: iniziati i lavori

L’apertura a 1000 spettatori negli impianti all’aperto, infatti, riguarda solo gli stadi di serie A

Continua il rebus spettatori per quel che riguarda i campionati di serie C. L’apertura a 1000 spettatori negli impianti all’aperto, infatti, riguarda solo gli stadi di serie A. Nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore, il Ministro Spadafora si occuperà direttamente delle norme riguardo agli stadi di C e B.

Così in questo momento il Como sta aspettando le direttive per capire cosa fare. Sta studiando come amministrare l’afflusso degli spettatori, nel caso arrivi il via libera, ma la sensazione è che per la serie C le cose non cambieranno sino al 7 di ottobre. Anche perché, un conto è caricare sulle spalle delle società di A le spese per stewards e scanner, un conto è farlo sulle società di C, magari quelle più piccole costrette a esborsi per poche centinaia di spettatori. E’ il caso del Renate, che domenica aspetta il Como: con una capienza di 2500 spettatori potrebbe farne entrare 700 circa. Con che modalità? E come si gestisce l’ingresso (e le auto certificazioni) del pubblico ospite?

C’è poi la questione delle mascherine trasparenti: dentro gli stadi la legge vieta di entrare senza mostrare i connotati del viso, dunque in teoria servono mascherine che lascino vedere le facce degli spettatori.

C’è poi il tema del campo. La società sostiene di aver cominciato i lavori sul terreno di gioco da qualche giorno. Le previsioni sono quelle di ultimarli in una ventina di giorni, forse meno. In sostanza sarebbe a rischio la prima partita casalinga, quella del 4 ottobre contro la Pistoiese, mentre sarebbe al sicuro il derby con il Lecco dell’11. In teoria. Perché, anche se la speranza è quella di poter giocare al Sinigaglia già dalla prima in casa, la Spada di Damocle è rappresentata dalle condizioni meteo, che per questa settimana danno pioggia praticamente sempre. Come detto, in caso di porte chiuse, un problema dall’impatto relativo. In caso di porte aperte o semi aperte (il derby è dopo il 7 ottobre di cui sopra), sarebbe invece una situazione imbarazzante, specialmente quella di non poter giocare sul proprio campo una partita attesa come quella con i cugini del Lecco.n 

© RIPRODUZIONE RISERVATA