Como, trasloco del tifo
La tribuna sarà calda

In tribuna come in curva. Domenica sarà così. Con un unico settore, sicuramente più pieno del solito

In tribuna come in curva. Domenica sarà così. Con un unico settore, sicuramente più pieno del solito, che sosterrà il Como contro il Seregno. In curva non potrà andarci nessuno.

Un provvedimento sicuramente discusso quello che ha portato alla chiusura del settore, una decisione che ha un precedente in un episodio di oltre cinque anni fa, quando nel novembre 2013 la curva venne chiusa per due giornate. In quel caso tutto cominciò in un Albinoleffe-Como, quando la curva comasca venne diffidata in seguito a cori ritenuti di “discriminazione territoriale”. Cori contro i bergamaschi, in sintesi. Che portarono già a una sentenza di chiusura rimasta però in sospeso, da attuarsi all’occasione successiva. Che arrivò subito, perchè nella partita dopo al Sinigaglia contro la Reggiana, anche un po’ provocatoriamente, dalla curva arrivarono altri cori di quel tipo. E lì il provvedimento scattò, addirittura per due giornate. Nello specifico, le partite casalinghe contro Venezia e Carrarese.

Il contesto, però, era piuttosto diverso. C’era più pubblico, la categoria era diversa, e quella situazione provocò anche una protesta di una parte di tifoseria verso l’allora presidente Pietro Porro e la società, colpevoli secondo gli ultras di non aver inoltrato un ricorso verso quel provvedimento.

Fu proprio in occasione di quel Como-Venezia, in cui l’ingresso in curva era inibito, che fu trovato in un bar nei pressi dello stadio il famoso borsone contenente coltelli, bastoni e oggetti simili. La tensione era alta in quel periodo.

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