E Kurtinaitis la racconta così
«Rotazioni troppo corte»

Il coach di Cantù: «Giocando in 7, i 30 punti incassati nell’ultimo quarto vengono anche dalla nostra scarsa freschezza nel finale».

Non è stato sufficiente alla Red October Cantù vincere ognuno dei primi tre quarti di gioco: i 30 punti subìti nei 10’ finali - concedendo a Caserta il 70% da due ed il 67 da tre - sono costati la terza sconfitta consecutiva (la seconda in casa in quattro partite) e soprattutto il fatto di restare ancorata alle zone di fondo classifica. Parte dal momento negativo della squadra l’analisi dopo gara di coach Rimas Kurtinaitis: «In un momento negativo avevamo la necessità di vincere in casa, però ci siamo trovati a confrontarci con le nostre scarse rotazioni, giocando in sette, e i 30 punti incassati nell’ultimo quarto vengono anche dalla nostra scarsa freschezza nel finale».

Se si toccano temi tattici, Kurtinaitis porta il discorso su aspetti apparentemente più “banali”: «L’allenatore può cambiare qualcosa tatticamente, preparare strategie per l’attacco o per la difesa, ma può poco per quanto riguarda i liberi sbagliati oppure le palle perse in maniera banale, non forzate dalla difesa avversaria. In situazioni come questa mi sento frustrato». E la frustrazione del tecnico lituano emerge poi quando gli viene chiesto perché non è stato fermato il gioco con un fallo dopo il rimbalzo offensivo di Caserta a 8” dalla sirena: «Non mi era mai capitato prima in 15 anni che faccio l’allenatore, il rimbalzo andava preso e poi, non riuscendoci, dovevamo certamente fare fallo. Ma non ne siamo stati capaci, anche per la scarsa freschezza di cui parlavo, soprattutto a livello mentale».

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