Galvano, portieri e opere d’arte

Ha 33 anni, ha dovuto lasciare per un infortunio, prepara i portieri della Guanzatese ed è un mago con la biro in mano

La solitudine dell’artista e quella del portiere. Chissà se diventerà mai il titolo di una mostra dell’artista comasco Matteo Galvano. Che vive grazie ai suoi disegni, ma che prova a dare una visione del calcio anche in chiave artistica ai suoi ragazzi della Guanzatese, che segue come preparatore dei portieri. Galvano ha 33 anni, è cresciuto a Cernobbio, si è diplomato all’Accademia d’Arte di Cantù, abita e lavora a Senna Comasco, ed espone le sue opere in mezza Europa: ora è a Vrå, in Danimarca, con la biennale Jeune Création Européenne, che toccherà anche Polonia e Lettonia. E ha la passione per il calcio, che ha dovuto lasciare presto per via di troppi infortuni. Ma non ha rinunciato a reinventarsi “al servizio” dei colleghi più giovani come allenatore: segue i giovani portieri della Guanzatese, fino alla Juniores. È famoso? Sì, ma per le sue sorprendenti creazioni con la penna biro, tecnica dall’altissimo livello di difficoltà, con cui si cimenta in una costante ricerca creativa, definita da lui stesso “archiAMORfosi”: un termine che sintetizza il suo amore per l’architettura in continuo divenire.

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