I 50 anni di Bergomi
«All’Inter ho preferito la tv»

Domani l’allenatore della Berretti del Como festeggerà il mezzo secolo. E si confessa: «Mi cercò una sola volta Facchetti, ma era per un ruolo marginale»

Da ragazzino «con la faccia da zio» a cinquantenne con l’entusiasmo di un bambino. Domenica, guarda caso il giorno del derby di Milano, Giuseppe Raffaele Bergomi detto Beppe compie 50 anni. Mezzo secolo di calcio (prima giocato, poi commentato), di correttezza e di competenza, che «lo zio», ora tecnico della Berretti del Como, ha voluto ricostruire in questa intervista.

Tutta la trafila nelle giovanili dell’Inter e poi, il 22 febbraio 1981 con il Como, l’esordio in serie A. Cosa si ricorda di quel giorno? «Ricordo che la notte precedente, a Canuti venne un attacco di appendicite e quindi Bersellini mi portò in panchina. Poi nel corso del secondo tempo della partita Pietro Vierchowod fece un’entrataccia su Oriali che dovette essere sostituito. Entrai in campo. Fortunatamente vincemmo 2-1. Negli spogliatoi vidi Gian Piero Marini che continuava a fissarmi e gliene chiesi il motivo. Lui mi rispose che gli sembravo suo zio e da quel momentodivenne il mio soprannome».

E un ritorno all’Inter? «L’unico ad avermelo chiesto fu Giacinto Facchetti, ma per me era previsto un ruolo marginale, allora decisi di rimanere a Sky».

L’intervista completa sul quotidiano La Provincia in edicola sabato 21 dicembre 2013.

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