«Il Como al lavoro
anche senza partite»

Il ds Ludi spiega la strategia: «Ci alleneremo anche se il campionato non riprenderà. Norme di ripresa? Dura per la serie C»

Tutti fermi fino al tre maggio, alzi la mano chi si è sorpreso. Il punto non è più questo, ma come si ricomincerà.

Il Como avrebbe intenzione, compatibilmente con le regole, di riprendere comunque gli allenamenti dal tre maggio in poi o quando sarà consentito farlo, con o senza campionato da terminare.

Ma le problematiche da affrontare sono tante e non semplici, come spiega il direttore sportivo Carlalberto Ludi. A partire chiaramente da quelle sanitarie.

«Questa proroga delle restrizioni credo che se l’aspettassero tutti, ed è anche logica. Però non si può pensare di andare troppo avanti nel prendere le decisioni sui campionati, per tanti motivi. Bisogna capire prima possibile con quale criterio si debba tornare a lavorare, se per un obiettivo sportivo o per un semplice lavoro di allenamento, di mantenimento».

Ci sono innanzitutto delle normative da seguire in termini di controllo sanitario degli atleti e di sanificazione delle strutture, «e per quanto riguarda le strutture problemi non ce ne sono, allo stadio siamo già intervenuti e al Lambrone sono ben attrezzati per poterlo fare. Il discorso dei controlli sanitari è un po’ più complesso, soprattutto per le squadre in cui ci sono stati giocatori contagiati dal virus. Ed è chiaro che per tante realtà di serie C diventi un discorso improponibile, tra l’altro in un momento in cui le strutture sanitarie sono già molto sovraccaricate». Addirittura è stato suggerito l’accorgimento di portare le squadre in ritiro per qualche settimana, «e nel nostro campionato per molti diventa anche un costo insostenibile, in un momento in cui già la situazione economica è difficile».

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