«Il protocollo per dilettanti?
Costi e impegni insostenibili»

Anche il Comitato lombardo della Figc s’interroga sulla ripresa

Il calcio dilettanti è sempre più in balia degli eventi, come una barca alla deriva. Se la presa del timone da parte del presidente del Crl Carlo Tavecchio sta per lo meno dando un po’ di stabilità, quando e come avverrà il ritorno al calcio giocato nessuno lo può sapere. Capitan Tavecchio e Crl compresi, nonostante il buon esito dell’incontro con Regione Lombardia della scorsa settimana.

Il governatore Attilio Fontana, messo a conoscenza dei numeri e delle problematiche del movimento, si è reso disponibile per aiutare economicamente le società che per prime torneranno in campo.

Molto probabilmente l’Eccellenza che, grazie alla trasformazione da campionato regionale a manifestazione d’interesse nazionale, a marzo dovrebbe ripartire con l’attuazione di un protocollo già in uso in serie D. Quindi con tamponi obbligatori prima di ogni gara: ecco il perché dell’aiuto della Regione a copertura – almeno parziale – di questi ulteriori costi.

Una ripresa per l’Eccellenza voluta a livello nazionale, non senza qualche contrarietà come già espresso dalla dirigenza delle due comasche interessate, Mariano e Pontelambrese. Se come sembra profilarsi il Consiglio direttivo della Lnd, in programma sabato in occasione delle elezioni di Lega, delibererà quanto sopra, che piaccia o no sarà dopo mesi un primo passo versa la ripartenza.

Se la scialuppa riservata all’Eccellenza potrà finalmente toccare terra, o meglio palla, quando riusciranno invece tutte le altre categorie dilettantistiche dalla Promozione alla Terza, Juniores comprese? Primavera? Settembre? 2022? Impossibile saperlo e quindi programmarlo.

Un’incertezza che sta logorando l’ambiente, conscio del fatto che i tempi saranno dettati dagli sviluppi della pandemia. A preoccupare maggiormente più che il quando è però il come. Appena si potrà, sarà infatti il famigerato protocollo a ristoppare l’attività.

Una conferma in tal senso arriva anche dal Crl, per voce del consigliere Mario Tavecchio: «Come Comitato stiamo facendo tutto il possibile. Lo snodo centrale per la vera ripartenza, che sia subito o poi, è comunque l’attuazione del protocollo in vigore tra i dilettanti, insostenibile per costi e impegni da parte delle società».

Protocollo sanitario che è curato da Istituzioni competenti, e non dalla Federcalcio che non può far altro che richiamare l’attenzione. Al di là dei costi insostenibili è impensabile dover mettere in quarantena l’intero gruppo squadra - gente che lavora e ragazzi che studiano - anche solo per un sospetto positivo. È questo il punto cardine per la ripartenza del calcio e di tutti gli sport di squadra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA