Laboratorio Banchini
I 14 passaggi prima del gol

E l’azione del gol contro la Juventus, sabato scorso, al 9’ del primo tempo, ad esempio, è stata di rara bellezza

Non sono i 24 passaggi del gol della Juve contro l’Inter. Ma l’azione che ha portato al gol il Como contro l’Alessandria, lo scorso 13 ottobre, ne ha contati 14. Un’azione che resta nell’archivio del computer dell’allenatore Marco Banchini come un esempio. E che fa il paio con altre situazioni dove i meccanismi e gli automatismi sono venuti fuori: l’azione del gol contro la Juventus, sabato scorso, al 9’ del primo tempo, ad esempio, è stata di rara bellezza.

Rarissima, se consideriamo che siamo in serie C. Una palla recuperata sull’out sinistro da Iovine, lo scarico immediato a Bellemo e da qui una serie di passaggi a un tocco: Bellemo a Raggio Garibaldi, Raggio che gli restituisce la palla indietro, il lancio per Ganz, che di prima serve in mezzo Gabrielloni, spettacolare colpo di tacco a servire al volo Marano, che nel frattempo si era inserito in profondità. E non basta: sterzata stretta e conclusione a incrociare nel primo palo. Ecco: abbiamo preso due gol (anzi, le azioni) sui 20 gol fatti, due dove c’è stato inequivocabilmente il marchio del lavoro ossessivo di Banchini sugli schemi e sugli automatismi. Un esempio. E anche un monito: perché poco servono gli schemi, dice il tifoso, se poi sei fuori dai playoff.

Vero. Però spesso, dai campi di allenamento si raccontano storie che poi sul campo non si vedono. Invece, nel caso del Como, tutto il lavoro sfiancante fatto di rombi, catene, fase di non possesso che l’allenatore fa abitualmente, a sprazzi si è visto anche in partita. Come contro il Pontedera. O all’inizio a Carrara. O a tratti a Novara,

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