L’addio choc di Ardito
Le versioni delle parti

Felleca: «Che dire? Mercoledì ci eravamo stretti la mano». Ardito: «Purtroppo i presupposti che erano stati presentati al bando sono cambiati.»

Sull’addio di Ardito, ecco le versioni delle parti. Roberto Felleca, Ad della società: «Che dire? Mercoledì ci eravamo stretti la mano. So che l’allenatore stava lavorando con grande entusiasmo. Poi non so chi o cosa sia intervenuto nella notte tra mercoledì e giovedì. Lui ha cambiato idea e non se l’è sentita di continuare. Ci spiace e ci complica un po’ le cose. Siamo partiti tardi per noti motivi, abbiamo passato i primi due giorni tra banche, notai e conferenze e nel frattempo eravamo riusciti ad avviare lo staff. Ora si torna daccapo, con un progetto tecnico da ricostruire. Preferisco guardare avanti e non indietro. Adesso dobbiamo cercare un sostituto, un problema a cui non avevamo pensato. Ma certo cercheremo un nome all’altezza del Como. Cau? Il suo nome era spuntato per lo staff, non come primo allenatore». Ardito ha detto: «Purtroppo i presupposti che erano stati presentati al bando sono cambiati. Avevo detto sì a un progetto che però è stato cambiato, e io per onestà e trasparenza ho rinunciato. È una mazzata che potete anche capire. Rinuncio all’occasione della vita, quella per cui avrei dato un pezzo di me. E un’occasione professionale che difficilmente mi ricapiterà. Ci tengo a dire che le ragioni della mia rinuncia non sono nè tecniche nè economiche. Grazie a tutti e auguro davvero a questa società di fare bene perché voglio bene al Como»

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