Le norme: contrordine
Stop anche agli allenamenti

Molte società si stavano organizzando per sfruttare l’apertura sul lavoro individuale senza contatto. Ma nella serata di martedì una nuova versione: vietato il lavoro individuale pure per canottaggio e altri sport.

Dietrofront. L’ennesimo, di questo pazzo autunno per lo sport dilettantistico e giovanile in Italia. Nella serata di martedì 27 ottobre è infatti girata una circolare del Ministero dell’Interno che ha proibito, dopo gare e competizioni, gli allenamenti per tutti gli sport di contatto, individuali e di squadra, anche se svolti in maniera individuale, come era invece stato concesso nelle disposizioni dell’ultimo Dpcm e ribadito in seguito dal Ministero dello Sport.

Quali sono questi sport? Ovviamente tutti quelli di squadra, dal calcio, al basket e al volley, per citare i più praticati. Ma nell’elenco completo – che si può facilmente trovare in rete – figurano anche molti sport individuali come l’automobilismo, la danza, il karate, il canottaggio e altri ancora. Una situazione arrivata obiettivamente all’assurdo, con le varie componenti governative che da settimane non fanno altro che contraddirsi l’una con l’altra, mostrando una totale incapacità di comunicazione e senza essere in grado di prendere una posizione chiara come l’emergenza imporrebbe. Il tutto a discapito delle società sportive, già fortemente provate da questo difficile momento, e soprattutto dei più giovani, che ora non avranno più nemmeno la possibilità di potersi allenare con i propri gruppi o squadre, seppur con tutte le precauzioni del caso.

Significativo il pensiero di Katia Arrighi, delegata provinciale del Coni: «Smarrimento, è l’unica sensazione che sento. E’ un ulteriore colpo durissimo per lo sport, che è stato dimostrato abbia una bassissima incidenza nel numero dei contagi, e non certo perché lo dico io ma perché lo ha detto con un comunicato il presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana».Una situazione davvero difficile da interpretare, in un continuo alternarsi di decreti, faq, ordinanze e chi più ne ha più ne metta: «Sto cercando di studiare bene questo tipo di normative – continua Katia Arrighi – e mi rendo conto che c’è un’incredibile confusione in tutte le componenti che dovrebbero essere preposte a decidere. Siamo davvero smarriti, si fa fatica a capire cosa si possa fare e cosa no: che ce lo dicano una volta per tutte, perché così non si può andare avanti, sta diventando un puzzle troppo complicato da mettere insieme».

Complicato soprattutto per i tanti ragazzini che in questo momento vorrebbero solo allenarsi e distrarsi dalle tante difficoltà che già ci sono. In questo senso è ovviamente il calcio a farla da padrone: sono tantissime le società infatti che erano pronte a ripartire con gli allenamenti individuali (ne raccontiamo a parte) e che invece dovranno fermarsi di nuovo: «Tutto questo caos dimostra chiaramente che nessuno ha capito quello che si deve fare – racconta il delegato della Lnd-Figc (calcio) di Como, Donato Finelli –. Non so più onestamente cosa dire, sicuramente lo sport non è il problema principale ma solo una parte di questa situazione. Penso che si debba trovare una soluzione per convivere con questo virus, ma che riguardi tutti gli aspetti della nostra vita, o in alternativa trovare un rimedio per i quali però i tempi non saranno brevi».

Insomma, per ora nulla da fare per tutto lo sport. Restando nel mondo del calcio, quello di gran lunga col maggior numero di tesserati, il Crl ha richiesto un ulteriore chiarimento al Ministero dello Sport, riguardo proprio gli allenamenti: l’ennesimo di questo periodo, ma siamo sicuri che sarà l’ultimo?

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