Lombardia pezzo da Museo
Ma con un grande futuro

Presentazione della corsa che si disputa sabato 12 ottobre con partenza da Bergamo e arrivo a Como. Conferenza al Museo del Ghisallo

Stavano lì, sulla stessa barca ma su posti diversi. Como, cioè la mente operativa, la location, l’arrivo, la logistica, le hospitality e la presentazione ufficiale del Giro di Lombardia; il Museo del Ghisallo, eccellenza mondiale del ciclismo sul Lario, tappa di passaggio della corsa, invece un po’ dimenticato lassù, periferico. Troppo.

Poi, un bel giorno qualcuno ha unito i puntini e ha sancito (finalmente) il matrimonio: questo il simbolismo della presentazione del Giro di Lombardia avvenuta ieri al Museo di Fiorenzo Magni. Che non poteva continuare a limitarsi alla solita velina di iniziative da recitare nei giorni della corsa. Qualcuno dice che ci ha messo lo zampino Rcs, fatto sta che già in occasione del Giro d’Italia l’aria era cambiata, con il Museo in trasferta al Broletto. Ora questa presentazione, con il presidente Antonio Molteni e il direttore Carola Gentilini a fare gli onori di casa; Stefano Allocchio, organizzatore di Rcs, Paolo Frigerio presidente di CentoCantù organizzatore locale e Marco Galli assessore allo sport del Comune di Como.

Allocchio (braccio destro di Mauro Vegni) ha fatto una sorprendente fuga in avanti, quasi come quando correva: «Per me (probabilmente inteso per noi di Rcs, ndr) l’arrivo ideale è quello di Como. Le quattro salite in successione sono una attrattiva spettacolare per i telespettatori». Dunque? «Dunque dopo la corsa ci siederemo a un tavolo, ma credo che non ci saranno problemi». Il Comune, dal canto suo, ha più o meno stanziato le cifre per un triennio (30mila e poi 40mila euro) di arrivi a Como. Chi vivrà vedrà. Ma siamo a buon punto. Anche se non è sa escludere un arrivo-omaggio a Gimondi a Bergamo nei prossimi anni.

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