Butti enfant prodige: «Corro perché vado di fretta»

Intervista «La firma con Hyundai, una cosa che mi riempie di soddisfazione. La casa coreana mi ha inserito nei giovani piloti da coltivare»

Potremmo dirvi che Marco Butti da Porlezza, a 17 anni ha firmato un contratto da pilota ufficiale Hyundai per il Tricolore Turismo. Potremmo dirvi che a 16 anni ha corso e vinto in pista e nei rally in categorie contro gente che aveva il triplo dei suoi anni. E che ha vinto da minorenne le ultime due edizioni del campionato sociale Aci, campione di precocità. Ci sono molti modi per raccontarvi che il giovanissimo pilota di Porlezza (18 anni ieri) è un tipetto da tenere d’occhio. Figlio d’arte, di quel Fabio Butti arrivato da team manager nel Mondiale rally con la sua Butti Cars. Per lui una carriera ad alto livello davanti agli occhi. Starà a lui farla “girare”: ma i presupposti sono clamorosi.

Marco, auguri per i tuoi 18 anni. Come hai festeggiato?

Nulla di particolare, una cosa in famiglia. Sono concentrato sulla stagione. Facciamo così: se vado bene alla prima corsa a Imola, a fine aprile, farò una festa.

La firma con Hyundai è arrivata da... minorenne, qualche settimana fa. Che soddisfazione

Beh, una cosa che mi riempie di soddisfazione. La casa coreana, leader nel mondiale turismo, mi ha inserito nei giovani piloti da coltivare. Correrò il campionato italiano. Poi si vedrà.

Qual è il tuo obiettivo?

Fare il pilota professionista. Avere già adesso un contratto ufficiale è un bel punto di partenza. Ma nessuno ti regala nulla. Dovrò confermarmi, giorno per giorno, gara per gara. Sono molto concentrato su questo.

Tuo papà era un manager nei rally. Eppure corri in pista.

Il mio sogno da bambino era correre nei rally. Per forza, mi ricordo le gare nel paddock al seguito di papà. Mi ricordo di quella volta a Monza in cui per noi correva il polacco ex F1 Kubica, e anche l’anno dopo quando c’era Robert con noi nel mondiale.

Poi però...

Beh, quando cominci a guidare a 5 anni, è normale andare sui kart: mica puoi correre nei rally. E da lì, l’ex pilota Max Pigoli, amico di famiglia, mi ha preso sotto la sua ala e mi ha portato nel mondo delle ruote coperte.

Eppure, uno che va forte come te e inizia nei kart, non può non aver coltivato il sogno delle formule.

Ho corso in kart e andavo anche benino. Ho partecipato ai tricolori e a un mondiale. Ma quando ci siamo affacciati al mondo delle formule abbiamo capito che i budget erano i inaccessibili. Sono andato a fare dei test in Spagna in F4 e c’era Jacques Villeneuve come osservatore. Ero stato tra i migliori e mi avevano proposto un sedile per la stagione. Ma le cifre richieste erano pazzesche, centinaia di migliaia di euro. Ora: posto che uno possa provare a cercarli, e magari possa anche trovarli, poi a ogni anno bisogna trovarne altri, sempre di più, anche milioni di euro per F3 o F2. A parte che non ce li abbiamo, ma vuol dire affidare la carriera al fatto di trovare soldi o meno. Così abbiamo dirottato l’attenzione sulle ruote coperte.

Debutto giovanissimo, a 16 anni.

Ho corso e vinto nel Tcr, lo scorso anno con una Audi,e anche nel GT italiano. Due anni di grande palestra. La Hyundai mi ha notato e adesso eccomi qua.

E nel frattempo ti sei tolto qualche soddisfazione nei rally.

La testa dice pista, ma il cuore dice rally. A 16 anni ho corso e vinto il Rally di Monza Vedovati. Poi ne ho vinto uno a Castelletto di Branduzzo lo scorso anno. Per divertimento ne farò altri, magari. Ma il mio lavoro è in pista.

Il tuo coach è l’ex pilota di F1 Gabriele Tarquini.

Si, uno spettacolo sentirlo raccontare. Mi insegna molto nel campo della messa a punto. Ma anche papà e Pigoli sono stati importanti.

Hobby fuori dalle piste?

I... motori. Fai un po’ te, studio da meccanico. La mia passione da spettatore sono le moto, più che le auto. La MotoGp, avevo una grande passione per Valentino Rossi. Che emozione quando era avversario di papà al Rally di Monza.

Hai vinto due volte il campionato Aci.

C’è chi lo ha vinto quattro.... Devo darmi da fare. Molti dicono che sono giovanissimo ma gli anni passano in fretta e non voglio perdere nessun treno.

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