Cairoli, la nuova sfida
parte dall’Australia

Debutta nell’Intercontinental GT con la Porsche: «È una nuova sfida, molto importante per me»

Matteo Cairoli ha 23 anni ma sembra un veterano. Perché corre e vince ad alto livello da quando ne aveva 17 e perché da anni frequenta i campionati a ruote coperte dove ci sono tanti quarantenni. Ma è giovane, potrebbe addirittura avere ancora l’età per affermarsi in monoposto. Ma lui va avanti per la sua strada, con la Porche nei campionati GT. Con la Porsche, il suo amore. Breve riepilogo: nel 2014 ha vinto al debutto la Porsche Cup Italia, nel 2015 e 2016 è passato alla International Cup, la mattina dei Gp di Formula 1, dove il secondo anno ha perso il campionato all’ultima gara per un guasto del classico pezzo da dieci euro.

Ma intanto si è garantito un contratto da pilota ufficiale Porsche, stimato e considerato. Poi il passaggio al WEC, il Mondiale Endurance, dove ha cominciato a condividere l’abitacolo con altri piloti, per giocarsi il titolo Pro Am, cioè gli equipaggi formati da piloti professionisti (cioè lui) e amatori. Quest’anno oltre a chiudere le restanti quattro gare del WEC (che ha sviluppo a cavallo tra due anni, tipo campionato di calcio), farà l’Intercontinental GT Cup e l’ex Blancplain, oggi World Challenge Europa, cioè un campionato europeo.

Ecco cosa ne pensa il pilota comasco: «È una nuova sfida, molto importante per me. Qui si cambia modo di correre. Nell’Endurance WEC le gare sono più delle maratone dove essere costanti, il risultato è una somma di tempi e tu devi andare al tuo ritmo.» Obiettivi? «Avere un contratto Factory per l’anno prossimo, cioè il massimo livello tra i contratti di piloti ufficiale Porsche. Dopo sei anni con il marchio, posso meritarmelo. Ma dipenderà dalle prestazioni».

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