Abbate jr pace Centomiglia
«Questa è casa nostra»

«L’anno prossimo mi piazzerò la notte, in modo da essere il primo alla mattina a fare le verifiche e partecipare al briefing»

Tullio Abbate junior, dopo l’esclusione dalla gara domenica, fa pace con la Centomiglia.

Cosa significa la Centomiglia per lei? «Come sempre non mi avrebbe portato né premi in denaro né titoli sportivi. Anzi questa volta mi è costata cara perché potevo stare negli Emirati Arabi fino alla chiusura del salone nautico dove esponiamo 6 barche del nostro cantiere. Ma ci tenevo a fare la gara unicamente per onorare la storia stessa della corsa e della mia famiglia che ha vinto la Centomiglia per sedici volte, lo Yacht Club Como che si prende l’impegno di organizzarla con cadenza annuale e che l’anno prossimo festeggerà la settantesima edizione».

Ha detto di aver chiuso con la Centomiglia. Dobbiamo preoccuparci davvero? «Non sono ancora riuscito a metabolizzare l’amarezza di questa brutta vicenda, ma passerà. Anzi sono certo servirà a rendermi più forte. Mio nonno Guido è stato il precursore vincendola tre volte, mio padre undici ed io sinora due. Poiché il sangue non è acqua, credo proprio di voler continuare, anche per battere il record di Tullio senior. Avviso già lo Yacht Club Como di farmi posto l’anno prossimo in terrazza, per mettere una tenda , perché se ancora i regolamenti non saranno chiari, mi piazzerò la notte, in modo da essere il primo alla mattina a fare le verifiche e partecipare al briefing».

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