Notari osservatore del Monaco

Una vita da giramondo. Passa venti giorni al mese in giro. In genere parte il giovedì, o al mercoledì se ci sono le coppe

Mamo Notari, 43 anni, ha fatto un patto col Diavolo. E non ci riferiamo a quello con il Milan, per cui ha lavorato due anni da osservatore. È sempre il ragazzo fashion di quando giocava, magro, in forma, capelli lunghi, battuta pronta. Nella carriera da giocatore divenne famoso per aver fatto il salto direttamente dalla serie D alla Juventus, pescato dal Trap (come Torricelli) nei dilettanti. Sei partite in bianconero, poi mandato a maturare in B, fermato da un guaio alla cartilagine del ginocchio. Oggi fa l’osservatore del Monaco, da tre anni. Felice per il successo in Champions contro l’Arsenal. «Ma sarà dura comunque passare. Noi all’andata abbiamo imbroccato una prestazione al 110%, loro no. Siamo in vantaggio, ma aspettiamo».

Com’è la vita da osservatore?

«Una vita da giramondo. Passo venti giorni al mese in giro. In genere parto il giovedì, o al mercoledì se ci sono le coppe, e rientro il lunedì. Ma tra novembre e dicembre ho fatto 27 giorni di fila in Sudamerica».

Ti senti gratificato? O sognavi di fare altro.

«Uno può sognare di fare l’allenatore, ma è meglio fare l’osservatore ad altissimi livelli che l’allenatore in D a spaccarti la testa su una formazione, a rischio esonero ogni domenica. Dipende da quello che vuoi fare. Mi manca un po’ il rapporto con il campo, il contatto diretto con il giocatore. Ma l’osservatore è forse il modo più bello di amare il calcio. Non devi fare il manager come un direttore sportivo, non hai ansie da prestazione. Devi mettere a frutto le tue conoscenze. E fare relazioni credibili».

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