Le Rane Rosa con onore
Perdono ma non demeritano

Amaro storico esordio in serie A1 per la squadra femminile della Como Nuoto

L’appello di coach Pozzi alla compattezza del gruppo è stato ampiamente raccolto dalle Rane Rosa: una partita difficile, dallo svolgimento complicato, è rimasta aperta per più di tre tempi, nei quali le lariane sono rimaste in scia alle giuliane.

La parola del giorno è: cinismo. Molto più spietate delle padrone di casa, le comasche hanno saputo approfittare di una percentuale molto alta delle poche palle utili concesse da Trieste. Il risultato (16-13 il finale) è stato un continuo tira e molla tra le orchette che cercavano di mettere al sicuro il risultato, e le Rane Rosa pronte a rintuzzare i tentativi di allungo delle avversarie. Per ben tre volte Trieste riesce a portarsi sul più tre, la Como Nuoto però non perde la calma e trascinata dai suoi elementi più rappresentativi rinsalda lo svantaggio.

Occasione

Sul 4-3 Radaelli fallisce l’occasione per il pari, in controfuga le giuliane segnano con Abla, una dei due nuovi acquisti brasiliani (5-3). Molto positiva anche la prova di Rezende, veloce in difesa e pronta a spingere le controfughe. Le due centro-boa della Como Nuoto Recoaro hanno svolto appieno il loro compito: Tedesco è stata immarcabile, Lanzoni con una acrobazia non l’ha fatta rimpiangere. Giraldo, neocapitana, segna la rete del 10-9: siamo nel quarto tempo, la coach di Trieste, Colautti, indispettita per la palombella infingarda della numero sei comasca, sostituisce il portiere. Rezende ruba palla in difesa e va a segnare indisturbata (11-9), col rigore di Lonza si va di nuovo a meno tre (12-9). Lanzoni dai cinque metri accorcia in apertura di ultima frazione (12-10): è l’inizio dell’ennesimo recupero? Purtroppo no, tra orchette e rane stavolta a cantare è il cigno.

Orgoglio

La Como Nuoto Recoaro subisce un gran brutto parziale, va sotto 16-10 prima dell’impennata d’orgoglio bella quanto purtroppo tardiva che mitiga il divario e rende più accettabile il passivo. C’è da lavorare su alcuni aspetti, errori gratuiti, freni a mano un po’ tirati ed ingenuità: era la “prima volta”, quindi siamo e restiamo ottimisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA