Parigini e Francesca
Love Story sul Lario

Ormai sono in molti ad aver notato le esultanze di Vittorio Parigini, la freccia del Como, sempre dedicate alla moglie

Love Story sul Lario. Doppia Love Story. Ormai sono in molti ad aver notato le esultanze di Vittorio Parigini, la freccia del Como, sempre dedicate alla moglie Francesca. Una luna di miele azzurra, visto che i due (che stanno insieme da circa due anni) dopo un anno di fidanzamento, si sono sposati lo scorso ottobre, in Comune a Como. Lei, influencer, ma soprattutto sorella di Mattia Zaccagni, uno dei più talentuosi giocatori italiani (della Lazio) fa a gara con lui nello scambiarsi effusioni via social.

Prima, però, di ficcare timidamente il naso nella storia di coppia (con il loro benestare, ovvio), ci occupiamo dell’altra Love Story di Parigini, quella che sta più a cuore ai tifosi del Como: cioè quella con la maglia azzurra: «Io qui sono stato bene. Dopo qualche stagione a singhiozzo ho ritrovato me stesso, una stagione continua nella quale mi sono sentito ok. Per questo sono stato bene a Como. E per questo l’idea di rimanere non mi dispiacerebbe affatto, anzi. Ma qui a decidere siamo in tre: e molto dipenderà da cosa vorrà fare il Genoa, proprietario del mio cartellino».

Una stagione positiva, comunque: «A parte qualche fase, sono stato bene. Le mie migliori partite? Con il Perugia in casa, con il Monza fuori casa e a Parma. Se il modulo 3-4-1-2 mi penalizza? Lo abbiamo usato in un periodo non brillante in cui pensavamo a coprirci. Però a Perugia è venuta fuori una bella vittoria, importante per la salvezza». Il gol con il cucchiaio a Reggio? «E’ stata un po’ una proposta scherzosa dei miei compagni: se ti trovi a tu per tu, provaci. Ed è andata bene».

La “Love Story due” si è intrecciata spesso con “la Love Story uno”: le esultanze dedicate alla moglie, il simbolo del cuore, la corsa sotto la tribuna: «Ho il suo nome tatuato sulla spalla. Dopo un periodo un po’ difficile, grazie a lei ho ritrovato la serenità. Una persona molto importante che credo abbia avuto un ruolo fondamentale nelle mie prestazioni». Ma perché il matrimonio a Como? «Ci siamo fidanzati quando io giocavo ad Ascoli. Così ci eravamo promessi che ci saremmo sposati nella prossima destinazione della mia carriera. Anche se il vero matrimonio, quello con la festa e la cerimonia in chiesa, lo faremo a fine campionato a Bellaria, la terra di lei». E sapete dove era, Francesca, ieri? A provare l’abito da sposa: «A Como è stato bello - dice lei -: ci siamo trovati bene e poi resterà un posto speciale per noi, visto che qui ci siamo anche sposati». Lei è sorella di un altro talento italiano: «Ho seguito mio fratello da quando giocava nei ragazzini, sino alla serie A. A casa nostra c’è una simpatia per il Cagliari, ma poi quando segui qualcuno di famiglia, il tifo si stempera».

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