«Piscine da chiudere?
È un colpo al cuore»

Anche le società comasche che praticano attività in acqua sono di fronte all’aut aut del Governo. Ice Club: «Protocolli rispettati». Como Nuoto: «Difficoltà oggettive». Pallanuoto Como: «I costi sono triplicati»

Non bastava la chiusura “sine die” della piscina di Muggiò. Per le società comasche legate agli sport natatori, c’è anche il clima di attesa in merito all’aut aut del Governo.

Che, domenica scorsa, ha dato una settimana di tempo a palestre e piscine per mettersi in regola con i protocolli previsti per la pratica sportiva.

A Como e provincia la situazione sembra tranquilla, ma si teme un provvedimento di carattere generale, che travolga anche chi ha tutte le carte in regola: «Mi sembra un ritorno alle scuole elementari: sbaglia uno e pagano tutti - sostiene Guido Albanese, presidente dell’Ice Club Como -, quindi siamo nella situazione paradossale di essere a posto, ma se si trova un capello fuori posto a Trento o Reggio Calabria, si ferma tutto il settore».

Per l’Ice, che ha ripreso da tempo gli allenamenti alla piscina Sinigaglia e a Casate, con nuoto, tuffi, sincro e paralimpico, è tempo di pensare positivo: «Nelle piscine che frequentiamo, i protocolli sono rispettati. Noi stessi ci siamo impegnati per adeguarci. Un provvedimento di chiusura, in questo momento, sarebbe un colpo al cuore per la nostra società e i nostri atleti».

La necessità di allenarsi in sicurezza e in condizioni vicine alla normalità è un’esigenza anche della Como Nuoto Recoaro. A metà novembre, infatti, comincerà la stagione dei trofei e delle gare federali. Come, per esempio, il “Nico Sapio” di Genova, che aprirà come da tradizione la stagione a metà novembre.

«Vorremmo andarci - assicura il responsabile tecnico Verika Scorza -, ma le difficoltà sono oggettive. Stiamo ancora sfruttando la piscina all’aperto di viale Geno, inoltre siamo in pianta stabile a Lentate e Legnano: genitori e ragazzi anche quest’anno sono costretti a trasferte lunghe. Non è facile, speriamo di farci trovare pronti. Tra l’altro, a breve dovremo anche condividere gli spazi con le nostre squadre di pallanuoto».

E, a proposito di pallanuoto, non è stata una ripartenza semplice per la Pallanuoto Como, soprattutto per la mancanza cronica di spazi.

Prima squadra e giovanili si dividono tra Cantù, Villa Guardia e San Fermo della Battaglia: «Il paradosso - dice il presidente Giovanni Dato - è che la prima squadra può allenarsi regolarmente, mentre l’attività giovanile si può fare, ma solo con allenamenti di nuoto, senza pallone e contatti. Ma andiamo avanti, sperando che le cose cambino».

Sarà comunque una stagione complicata, che si avvierà dal punto di vista agonistico non prima di gennaio-febbraio: «Le piscine che ci ospitano sono perfette dal punto di vista dei protocolli. I costi però sono triplicati. Ma tutti sanno che per noi, questa, non sarà una stagione in cui inseguiremo successi a tutti i costi: il nostro obiettivo reale è tornare alla normalità, cercando di proporre un’attività sana e completa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA