Porro-Sabatini, verità in 90’

È ovvio, visto anche il Cesena dell’altra sera (che il Como affronterà martedì), la partita in cui aspettarsi la svolta, è quella con il Latina

Carlo Sabatini ha 90’, forse 180’ per decidere il suo destino. Ma è peraltro ovvio, visto anche il Cesena dell’altra sera (che il Como affronterà martedì), la partita in cui aspettarsi la svolta, è quella con il Latina. Ottima squadra, per carità. Ottava. Ma il Como non può più aspettare. Porro, evidentemente combattuto, ha deciso per la conferma innanzitutto per la sua filosofia che tende a considerare l’esonero l’ultima mossa della lista di quelle possibili. Poi per il rapporto di stima e riconoscenza che lo lega a Sabatini con cui ha condiviso un ubriacante e indimenticabile mese tra maggio e giugno del 2015. Per il gioco che si è intravvisto in alcune gare, contro il Livorno, il Novara, il Vicenza, il Brescia soprattutto dove onestamente si è raccolto meno (Novara a parte) di quanto il Como avesse meritato. E perché Porro sa che molti dei problemi del Como non sono addebitabili al tecnico, con la squadra fatta tardi e un organico carente in attacco e forse pure in difesa. Eppure il tarlo nella tesa ce l’ha. Gli viene dall’involuzione della squadra a Lanciano, dopo una prestazione negativa, priva di quei segnali di vitalità visti in precedenza. Porro pensa, anche se non lo dice, che il tempo di trovare la famosa amalgama (non quella di Massimino che la citava manco fosse un giocatore...) sia finito. Che il gruppo, pur escludendo fronde di qualsiasi tipo, non sia ancora cementato come un anno fa. Per questo ha chiesto alla squadra, ai giocatori, di vivere di più insieme anche fuori campo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA