Ambrosoli, bandiera Como
«L’hockey vizio di famiglia»

Una ventina di giorni e Filippo potrà ritornare sul ghiaccio, a dar man forte ai suoi compagni nel campionato di Italian hockey league

Una ventina di giorni e Filippo Ambrosoli potrà ritornare sul ghiaccio, a dar man forte ai suoi compagni nel campionato di Italian hockey league. A bloccare il capitano dell’Hockey Como, una frattura ad un alluce, rimediata in allenamento. «Sono cose che succedono nell’hockey -dice. In 23 anni di attività, mi è capitato solo altre due volte di infortunarmi, alla clavicola e al polso».

Quindi l’hockey è uno sport “duro”?

Assolutamente no. Certo ci sono degli scontri, ma siamo preparati fisicamente. Anzi lo consiglio, in particolare ai ragazzi che, come me, non possono praticare discipline all’aria aperta, a causa delle allergie. Qui c’è un ambiente anallergico e secco.

Per 23 anni solo un rimedio contro i pollini?

Ovviamente no. Mi sono appassionato e lo sono ancora. E tutto grazie a mio padre (Luca Ambrosoli, attuale presidente ndr). Tutti i lunedì sera andava con gli amici al palazzetto di Casate a vedere la partita. E portava anche me. Io ho iniziato, all’età di 7 anni, nel 1996.

Il resto dell’intervista sul giornale di oggi.

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