Como, l’altro derby perso con Varese. Quello del palazzetto

Il caso «Non è una polemica, ma una richiesta di aiuto», spiega il presidente MAssimo TAcci

La sconfitta tennistica per 2-6 nel derby in casa del Varese, ha fatto male all’Hockey Como.

Anche se ha fatto ancora più male constatare che la città prealpina ha «un palaghiaccio fantastico, vivo, pieno di pubblico (si sta al caldo) con bar e palestra funzionanti e costruito dai comaschi. Tutto ciò al di là del divario tecnico rende davvero il significato del settimo uomo in campo», il commento, affidato ai social dal presidente Massimo Tacci.

Un elenco di cose che non vanno a Casate, da molti anni. «Non è una polemica, ma una richiesta di aiuto -spiega il massimo dirigente biancoblù -.Ho messo nero su bianco le problematiche che viviamo ogni giorno, ormai da diversi anni, senza accusare nessuno, ma solo per chiedere aiuto».

Vedere il nuovo palazzetto varesino, è stato un colpo al cuore. «Noi amiamo il nostro stadio ma non possiamo non pensare che a 30 chilometri di distanza si possa fare lo stesso sport in modo sostenibile e con grande efficientamento energetico, una oculata visione ed una partecipazione attiva ai fondi nazionali disponibili per gli impianti -ha scritto Tacci -.Eppure Varese tre anni fa vide il suo impianto chiudere per un problema ad una trave di sostegno del tetto e subito il Comune si attivò per ristrutturare il palaghiaccio». I problemi però non investono solo la prima squadra, ma colpiscono anche il settore giovanile.

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