I Fantin: «La nostra passione
per l’hockey? Grazie al ristorante»

Matilde, in gol ai Mondiali Under 20 è figlia dell’ex giocatore del Como in serie A Damiano L’amore nato per via del locale dei genitori al palazzetto

«Con due figlie femmine non mi aspettavo che giocassero a hockey. Invece Matilde, la minore, ha sempre dimostrato una grande passione per questo sport, sin da piccolissima». Il padre è Damiano Fantin (51 anni compiuti il 21 gennaio scorso), giocatore dell’Hockey Como negli anni d’oro della sponsorizzazione della Mediolanum nella massima serie; la figlia (15 anni) è reduce dal Mondiale Under 18, dove è stata grande protagonista, con due reti e il premio di miglior elemento nell’Italia.

Una passione per l’hockey nata per caso. «I miei genitori hanno aperto negli anni settanta un ristorante accanto al palazzetto di Casate -spiega papà Fantin -.Mia mamma poi gestiva il bar all’interno e io, già da piccolissimo (avevo 3-4 anni) andavo con lei. E così ho avuto voglia di pattinare ed è iniziata la mia passione per l’hockey». Tutta la trafila delle giovanili biancoblù come attaccante di valore, sino al debutto in prima squadra, a soli 17 anni, nella Mediolanum con presidente Fabio Capello (il famoso allenatore di calcio).

Anni

Diversi anni al vertice, compresa la partecipazione al Mondiale Under 20 nel 1991 e poi, a soli 25 anni, la decisione di appendere i pattini al chiodo. «Ero impegnatissimo tra la scuola (ho studiato segreteria aziendale al Pessina) e il ristorante di famiglia che richiedeva la mia presenza, così ho deciso di smettere -spiega Fantin -.E l’ho fatto in maniera netta, senza mai scendere sul ghiaccio, nemmeno per divertimento».

Sino a cinque anni fa. «E’ stata Matilde a spingermi a ritornare. Vederla giocare (andavo a seguire le sue partite) e soprattutto la sua insistenza mi hanno convinto ad entrare negli Insubrians, la squadra amatoriale che partecipa al Campionato del Canton Ticino, dove ho ritrovato i vecchi amici. Sono contento anche se mia figlia mi prende in giro, dicendo che siamo lentissimi ed anche un po’ imbranati». Matilde e Margherita non hanno visto il padre giocatore (sono nate dopo il suo ritiro) eppure l’hockey è sempre stato di casa. «Dico la verità:con due figlie femmine non pensavo proprio di vederle con i pattini ed il bastone -confessa papà Fantin -. Ma soprattutto Matilde, che è molto attaccata a me, sin da piccolissima invece di guardare i cartoni animati cercava i film sull’hockey. E poi la vedevo spesso sfogliare le mie foto che mi ritraevano mentre giocavo. Così la portavo a vedere gli incontri della prima squadra a Casate. Aveva solo dieci anni quando è andata, assieme ad alcuni miei amici, a seguire un match del campionato svizzero a Lugano». Papà Fantin però non volevo che la figlia fosse obbligata a seguire le sue orme. Così l’ha lasciata libera di vivere altre esperienze sportive:dalla ginnastica ritmica, alla pallavolo, al tennis (era molto appassionata).

Vittoria

Alla fine però l’hockey l’ha spuntata e quando anche la sorella maggiore Margherita (ha 16 anni) ha iniziato a praticarlo, papà Fantin era l’uomo più felice del mondo. «Margherita dopo sei mesi ha smesso, invece Matilde è andata avanti ed adesso è molto più forte di me -spiega -.E’ arrivata in Nazionale, grazie anche alla possibilità che ha avuto, sino a qualche anno fa, di giocare nelle giovanili con i maschi. La sua crescita poi è aumentata da quando è tesserata per il Lugano e gioca nel campionato giovanile e, nel finale di stagione, in particolare nei playoff, ha difeso i colori dell’Ambrì Piotta, promossa nella massima serie».
L. Spo.

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