L’hockey si arrende?
Verso la sospensione

Almeno per un paio di mesi. Le undici società riunite nella Aihg, l’associazione italiana hockey ghiaccio, hanno indetto per ieri sera una riunione. Oggi l’esito

Si va verso la sospensione del campionato di Italian hockey league. Almeno per un paio di mesi. Le undici società riunite nella Aihg, l’associazione italiana hockey ghiaccio, hanno indetto per ieri sera una riunione, che si è protratta sino a tarda ora, per invitare la federazione sport del ghiaccio alla sospensione del torneo di serie B.

Tra i proponenti il comasco Corrado Codebò, vice presidente dell’associazione costituita lo scorso mese di agosto «con lo scopo di offrire e promuovere lo sport dell’hockey su ghiaccio, renderlo più interessante ed appetibile, puntando sulle solide radici già piantate sul territorio», come si legge nello statuto. «Come punto fermo per la regolarità del campionato, avevamo chiesto la possibilità di poter giocare le partite con il pubblico -spiega Codebò -.Ovviamente con la capienza regolata dalle norme anti Covid. Essendo venuta meno questa possibilità, di conseguenza abbiamo dovuto chiedere alla federazione la sospensione del campionato». Ma il pubblico non è stato l’unico “motore” per la sospensione. C’è anche il nodo dei giocatori. «Il nostro è un campionato semi professionistico -prosegue Codebò -. La stragrande maggioranza dei giocatori svolge anche un lavoro. Con la pandemia c’è il rischio che qualcuno si contagi e che poi, oltre a non scendere sul ghiaccio, sia costretto anche a dare forfait sul posto di lavoro. A quel punto sarebbe un problema per il giocatore che, ovviamente vuole avere delle garanzie. Le nostre società, già alle prese con i costi dei tamponi e con la fuga degli sponsor e del pubblico, non sono in grado di reggere anche queste eventualità».

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