«Varese gioca a Como?
Il mondo va al contrario»

Il caso dell’Hockey Como, che si è ritirato dal campionato e lascia il campo ai “cugini” rivali

I Mastini Varese “debutteranno” sul ghiaccio di Casate, domenica 27 dicembre, alle 18.45 ospitando l’Eppan. Inizierà così il percorso dei prealpini che hanno scelto il palazzetto comasco come sede delle partite interne del campionato di Italian hockey league e dei quattro allenamenti settimanali.

«In presenza del nostro pubblico, non avremmo compiuto questa scelta ma, giocando a porte chiuse, questo spostamento ci permette di salvaguardare la società in un momento economico difficile per tutti», il pensiero del presidente del Varese Matteo Torchio.

Non è l’unico caso. Anche nella Pallanuoto, Varese ha giocato a Muggiò, si tratta di sopperire a difficoltà logistiche in ambiti dove la rivalità è sentita, sì, ma meno di altre realtà. Certo è che però Como e Varese sono divise da una rivalità storica a livello sportivo. Tra calcio e basket. E dunque siamo andati a sentire tifosi e giocatori che hanno vissuto sulla pelle questo derby. «Se il Varese giocasse al Sinigaglia, verrebbe fuori il finimondo -dice Leo Valli, comico, tifoso e speaker del Como calcio -.Non scherziamo, è un’evenienza impossibile nel calcio. E poi penso che nemmeno i tifosi varesini, gradirebbero la “sistemazione”. Preferirebbero andare altrove ma non a Como».

Il comico inverighese, lascia aperta una possibilità, in caso di emergenza. «Nell’hockey la rivalità sarà anche meno sentita, ma possibile che non c’è nessun altro palazzetto del ghiaccio da usare? -si chiede Valli -. Se però la necessità derivasse dalle problematiche per la pandemia, allora non ci sono colori e bandiere». Anche un altro tifoso doc del Como, Andrea Vitali, giudica irrealistica la presenza del Varese al Sinigaglia.«La vedo male, soprattutto pensando ai recenti “scontri” -spiega lo scrittore -. Forse solo con la pandemia e lo stadio a porte chiuse, potrebbe realizzarsi. Anche se non ne sono sicuro». Nel basket la rivalità è tra Cantù e Varese. Qui l’ipotesi sarebbe quella di vedere i prealpini, diciamo al Pianella, come “casa base”.

«Non sarebbe facile da accettare per i tifosi -dice Ciccio Della Fiori -. Anche se lo sport non dovrebbe essere una guerra. Soprattutto in questo momento difficile, dove dobbiamo essere uniti. E poi le situazioni possono cambiare. Nel basket tra Venezia e Mestre c’era un’accesa rivalità, come tra Cantù e Varese. Oggi il Venezia gioca nel palazzetto a Mestre». Della Fiori ha vissuto anche la veste di giocatore di entrambe le squadre. «Mio figlio non mi ha ancora perdonato di aver indossato la casacca del Varese - spiega -.Anche se un giocatore quando viene chiamato, fa bene ad andare».

Nell’hockey l’interscambio tra Como e Varese è ricchissimo. Matteò Giacò, stella comasca, ha addirittura vinto un campionato con i prealpini, giocando in finale contro la Lariana e «affrontando il fratello e tanti amici -ricorda -.E’ stato un derby nel derby, soprattutto per me». Gli scontri diretti tra Como e Varese, sono stati caldi, a cavallo della metà degli anni ottanta. «I derby richiamavano un numeroso pubblico sulle tribune di Casate (allora erano due) -spiega Sergio Marcati -.C’era anche un buon servizio d’ordine ed è pure scaturita qualche scazzottata. Anche un accoltellamento nel parcheggio, nel 1985. Ma da allora tutto è filato liscio». Il vero derby nell’hockey è quello con Milano. «In particolare quando si giocava in via Piranesi e il campo non era separato dalle tribune con il plexiglass -spiega Riccardo Ferretti -.Una volta sono stato colpito con un coltello, da un tifoso. Niente di grave, ma questo era il clima che si respirava». In confronto Como-Varese è una “passeggiata».

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