«Vi racconto i miracoli di Goggia»

SciIl medico comasco Andrea Panzeri, dello staff azzurro, a fianco di Sofia nell’episodio della frattura alla mano. «Si è rotta, è stata operata, e ha corso solamente 24 ore dopo l’incidente: vincendo. Questa ragazza è speciale»

Vincere una gara di sci con una mano rotta, operata nemmeno 24 ore prima. Non ci sono più parole per l’incredibile Sofia Goggia, ancora una volta capace di andare oltre i limiti pur essere in gara. E al suo fianco, come sempre in questi casi di recuperi-record, c’è l’ortopedico comasco Andrea Panzeri, presidente della commissione medica della Fisi, che l’ha operata alla clinica La Madonnina.

Frattura

Sofia Goggia si era fratturata la mano a Saint Moritz venerdì nel corso della discesa libera. Si è organizzato un ritorno a Milano con elicottero e auto, un’operazione in fretta e furia (inserite viti e placche) e l’immediato ritorno a Saint Moritz per la seconda discesa libera. Dando a lei la scelta su cosa fare, una volta in pista: l’azzurra alla fine ha deciso di partecipare alla gara, vincendola.

La Goggia è un’atleta che non finisce mai di stupire. Lo scorso febbraio, alle Olimpiadi di Pechino, era tornata – conquistando l’argento nella libera – a soli 23 giorni dall’infortunio dopo una caduta: trauma distorsivo al ginocchio sinistro e piccola frattura del perone.

«È un’atleta che sa stringere i denti, che ha grandissime motivazioni e ne sa sempre trovare di nuove. Ed evidentemente ha una soglia del dolore molto alta - spiega il dottore Panzeri -: dà l’impressione che ogni infortunio la carichi di energia nuova».

E Panzeri, in Fisi dal ’99, conosce bene la campionessa, vien da dire ogni suo muscolo e osso: «La sua carriera è costellata di infortuni da cui però si è ripresa, peraltro anche in momenti importantissimi del suo percorso o della stagione».

L’ultimo, dopo l’infortunio a Saint Moritz: «Non vale dire “è solo un infortunio alla mano”… L’impresa di operarsi e di tornare in pista il giorno dopo è stata clamorosa. Si è fatta male alle 11.30, si è messa in viaggio, metà in elicottero e metà in auto, è stata operata e il mattino dopo, stringendo i denti e ha vinto».

E ne è valsa la pena: «Questa vittoria non è un oro alle Olimpiadi, ma è fondamentale per la classifica di Coppa del Mondo. Il quinto posto ottenuto poi nel SuperG il giorno dopo ancora, conferma suo valore di atleta e tutta la carica agonistica che la anima».

Parere

Dietro a ogni sciatore di punta, c’è sempre la supervisione di Panzeri. Con la Goggia il rapporto è speciale, dopo la gara c’è stato un bell’abbraccio tra i due: «La fiducia è stata costruita nel tempo, insieme, inoltre lei è bella da gestire perché si fida. Il fatto che lei poi riconosca i meriti e ringrazi sempre tutti pubblicamente è davvero appagante: sono medaglie. Alla fine mi ha detto: “in fondo ci siamo anche divertiti”».

Tra l’infortunio al ginocchio e questo alla mano, però, “vince” ancora il recupero per poter partecipare alle Olimpiadi: «L’altro è stato più clamoroso, questo più “spettacolare” nella sua rapidità. Si è rimessa sulla neve per sfrecciare a 100 all’ora, senza poter stringere il bastoncino. Incredibile».

Per queste avventure, ammette Panzeri, sono arrivate in passato anche delle critiche: «A qualcuno sono sembrate scelte estreme. Ma mi prendo la responsabilità, sono presidente della commissione medica, rispondo a un presidente federale e garantisco la regolarità dal punto di vista sanitario. Non per vantarmi, ma nessuno meglio di me conosce questo mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA