Stillitano, che gioia
Farà la quarta Olimpiade

A 52 anni il bregnanese si è guadagnato sul campo, con la Nazionale italiana nel torneo pre-olimpico di Berlino il biglietto per Pechino 2022

Quando nel 2005 ha lasciato l’atletica leggera (si allenava a Rovellasca alla scuola di Flavio Alberio e gareggiava, ad alto livello) non avrebbe mai pensato che il para ice hockey lo avrebbe portato a disputare quattro Paralimpiadi.

A 52 anni il bregnanese Santino Stillitano si è guadagnato sul campo, con la Nazionale italiana nel torneo pre-olimpico di Berlino (chiuso ieri la vittoria per 0-4 contro la Norvegia), il biglietto per Pechino 2022.

Un record che lo pone nell’olimpo dello sport italiano. «C’è chi è messo meglio di me - dice Stillitano -. Alcuni compagni hanno iniziato a Torino 2006 e faranno quindi la quinta Paralimpiade».

Un motivo in più per programmare di continuare l’attività sino al 2026, con i giochi in casa. «Ci tenevo moltissimo a questo traguardo - spiega Stillitano -. Prima della qualificazione era molto emozionato: forse anche di più della prima volta, a Vancouver 2010. Sarà per l’età e anche per la prospettiva che questa potrebbe essere la mia ultima Olimpiade. In questo momento Milano-Cortina è troppo lontano».

Ma adesso non è il momento dei saluti è il momento della festa. «Ci credevamo e anche coach Massimo Da Rin (allena la prima squadra dell’Hockey Como, nda) aveva molta fiducia - aggiunge il bregnanese che dal 2019 è anche consigliere comunale -. Però il biglietto andava conquistato sul ghiaccio e noi ci siamo riusciti. Grazie al gruppo che è stato la nostra forza. I più giovani si sono inseriti nel migliore dei modi e hanno contribuito al risultato».

A spronare gli azzurri anche il ricordo di Andrea Chiarotti, storico capitano, prematuramente scomparso nel 2018 a 51 anni. «È sempre con noi. Non possiamo dimenticarlo e la qualificazione è per lui. Era in campo, accanto a noi».

Il comasco, con i suoi 52 anni è il “meno giovane” della squadra:il capitano morale, visto che, ricoprendo il ruolo di portiere, non può essere quello effettivo. «C’è bisogno di forze nuove - dice -. Abbiamo provato a fare delle giornate di adesione, ma non abbiamo avuto un buon riscontro. Invito i giovani diversamente abili, a non restare in casa, ma a praticare uno sport, magari proprio il para ice hockey, anche se in provincia di Como non è il più conosciuto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA