Stillitano a Pechino
Quarta paralimpiade

Il bregnanese, con i suoi 52 anni, è anche il “meno giovane” della spedizione italiana

Per Santino Stillitano inizia oggi, con la sfilata nella cerimonia di apertura, la quarta Paralimpiade.

Il bregnanese, con i suoi 52 anni, è anche il “meno giovane” della spedizione italiana.

«Quello dell’età è un record di cui farei volentieri a meno -confessa il comasco che difende i pali della Nazionale-. Anche se metto la mia esperienza al servizio della squadra. Sono invece orgoglioso di indossare la maglia azzurra e di tenere alto l’onore nelle Paralimpiadi, per la quarta volta». Un’avventura iniziata nel 2010 a Vancouver e culminata con il quarto posto quattro anni fa.

«Sono ancora amareggiato per la finale per il terzo posto con la Corea del Sud -dice Stillitano -.Mi piacerebbe incrociare anche a Pechino gli asiatici per una rivincita, che aspetto da quattro anni. Questo pensiero, oltre ovviamente alla grande passione per il para ice hockey, mi ha dato una mano ad andare avanti. Anche se i sacrifici sono tanti». Una passione iniziata “tardi” dopo aver lasciato l’atletica leggera.

«Mi ha aiutato tantissimo, anche per la preparazione fisica - spiega il bregnanese che lavora e per andare a Pechino ha dovuto chiedere le ferie -. Giochiamo contro paesi dove la cultura dello sport per i diversamente abili è altissima e dove i giocatori sono dei personaggi molto conosciuti e quasi professionisti. In Italia invece – prosegue Stillitano - il movimento può contare su una quarantina di praticanti e il campionato è con solo due squadre. Ecco perché essere riusciti, per la quinta volta consecutiva, a qualificarci per le Paralimpiadi è un “miracolo” sportivo».

La striscia si allungherà a sei con il pass automatico, in qualità di Paese organizzatore, per Milano-Cortina 2026. Il bregnanese potrà così arrivare a cinque.

«Adesso penso solo a fare bene a Pechino -dice -. Quattro anni sono lunghi e l’età, come ho già detto, avanza. Senza dimenticare i sacrifici e le rinunce. Piuttosto spero che si avvicinino al para ice hockey, ma in genere a tutto lo sport paralimpico, le nuove leve». Oltre alla bravura tra i pali è l’uomo-squadra.

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