Obama/ I leader del mondo dovranno aspettare

Obama/ I leader del mondo dovranno aspettare
Per tradizione, la prima visita dovrebbe essere in Canada


Roma, 12 nov. (Apcom)
- Il mondo aspetta il presidente-eletto
Barack Obama e i leader del G20 che volano questo fine settimana
a Washington sono ansiosi di incontrarlo. Ma dovranno aspettare.
Obama lo ha detto: "c'è un solo presidente per volta". Sebbene
invitato al G20 dalla Casa Bianca ha declinato. Resterà a Chicago
e non incontrerà nessuno dei capi di Stato e di Governo (Italia,
Germania, Francia, Gran Bretagna, Cina...) che saranno presenti
nella capitale.

La riunione del G20 a nemmeno due settimane dalla sua elezione
in effetti ha presentato un test diplomatico per Obama: lo
ammettono parlando al New York Times diversi suoi consulenti che
usano l'aggettivo "seccante". La squadra di transizione non è
ancora a punto, tanto meno quella governativa, ma i segnali di
interesse dai leader mondiali si moltiplicano.

La linea ufficiale però è stata ribadita da Robert Gibbs, che
dovrebbe diventare il capo dell'ufficio relazioni di Obama
(insomma il suo super portavoce): "Alcuni diranno che è seccante
non esserci ma sarebbe molto più complicato esserci. Siamo
fermamente convinti che c'è un solo presidente per volta".

Di malintesi ce ne sono già stati diversi. A Mosca i funzionari
del Cremlino hanno detto ai giornalisti che il presidente
Medvedev avrebbe probabilmente incontrato Obama a Washington.
Quando Obama fra numerose altre telefonate ha chiamato per
ringraziarlo anche il presidente polacco, Varsavia ha fatto
sapere che si era detto pronto a sostenere lo scudo spaziale Usa;
lo staff del presidente eletto poi ha smentito. Di fronte a
questi equivoci, lo staff di Obam sembra pensare che è meglio
evitare l'occasione di fraintendimenti più seri in una riunione
che darebbe adito a una catena di bilaterali.

Obama invece continua a fare telefonate di ringraziamento (ieri
ha parlato con papa Benedetto XVI, con i leader di India, Kenya,
Brasile e Giordania).

Ma cosa dare in pasto fino al 20 gennaio ai leader del mondo
ansiosi di entrare in contatto con la star della politica
americana? Per ora la squadra Obama sta cercando di organizzare
incontri fra emissari del presidente eletto e dignitari di medio
grado in visita negli Usa.

Il protocollo degli incontri di un neopresidente è spesso
delicato. Per tradizionale il primo incontro è con il primo
ministro del Canada, come riconoscimento della vicinanza
geografica e dell'importanza commerciale del grande paese. Ma nel
1993, Bill Clinton sparigliò la tradizione andando a sud e
incontrando per primo il presidente del Messico: era gennaio ma
ancora non si era insediato. Il Canada protestò, Clinton rimediò
promettendo che il premier canadese sarebbe stato il primo ad
essere ricevuto alla Casa Bianca.

L'innovazione messicana era piaciuta a George W. Bush che nel
2001, dopo essersi insediato, programmò subito un viaggio a Città
del Messico. Anche allora Ottawa protestò, e Bush fece marcia
indietro: ricevette in fretta e furia il premier canadese a
Washington prima di dirigersi verso sud e l'amico oltre che
allora presidente messicano Vicente Fox.

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