Baby gang a Cantù, 19 identificati
Solamente cinque i maggiorenni

Sarebbero i responsabili di due aggressioni in centro nelle serate dello scorso weekend. Ieri in Prefettura a Como riunito il coordinamento delle forze di polizia. C’era il sindaco Galbiati

Sono stati tutti individuati i 19 ragazzi, solo cinque dei quali maggiorenni, responsabili di due aggressioni nell’arco di poche ore in pieno centro cittadino lo scorso fine settimana, che hanno fatto scattare l’allarme baby gang. Episodi a carattere particolarmente violento, che hanno visto due uomini di trent’anni accerchiati e aggrediti da una ventina di giovanissimi con tanto di spranga in pugno. Per questo ieri mattina in Prefettura a Como si è tenuta una riunione di coordinamento dei responsabili provinciali delle forze di polizia, alla quale ha partecipato anche il sindaco di Cantù Alice Galbiati.

Riunione convocata e presieduta dal prefetto Andrea Polichetti, al centro della quale è stata la questione del disagio giovanile, terreno fertile per le cosiddette baby gang sempre più spesso preoccupantemente in azione, a Como come in città.

Polichetti: «Non sottovalutiamo»

«Si tratta di un fenomeno che non è solo canturino – ha osservato il prefetto - e che è purtroppo assai diffuso, anche se spesso la rilevanza attribuita dai social network supera l’entità delle denunce. Tuttavia, per le sue svariate implicazioni, per l’effetto imitativo che può comportare e per il coinvolgimento di minori, sia quali autori che quali vittime di reati, esso non va assolutamente sottovalutato, ma monitorato e contrastato con risposte robuste e di lungo periodo». Polichetti ha evidenziato la necessità di affrontare il fenomeno non solo sul piano repressivo ma anche in chiave preventiva, con il coinvolgimento delle famiglie, della scuola, dei centri di aggregazione e anche sfruttando in maniera positiva il potere dei social stessi.

L’attività investigativa condotta dai carabinieri ha portato rapidamente all’identificazione dei componenti di varie bande giovanili operanti in provincia e all’individuazione dei responsabili dei due episodi accaduti a Cantù, cinque maggiorenni e 14 che non hanno ancora 18 anni.

Le indagini dei carabinieri

Le indagini sono ancora in corso e nessuno di loro, al momento, è stato denunciato. Questo, ha rimarcato il prefetto, «è un deterrente importante, che consente di acquisire conoscenza diretta delle dinamiche di gruppo e potrà produrre, a breve, ulteriori, significativi risultati». Fondamentale resta uno scambio informativo «fluido, aggiornato e permanente» con la polizia locale, per valutare le effettive dimensioni del fenomeno e bloccarne la crescita. Prevista con questo obiettivo un’ulteriore intensificazione dei servizi di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine in città e nelle altre zone di interesse, servizi da svolgersi in forma coordinata, con il contributo della locale, e che privilegeranno le fasce orarie caratterizzate da una maggiore concentrazione di persone nei luoghi di aggregazione.

«Ringrazio il Prefetto per la consueta sensibilità e attenzione dimostrate nei confronti del nostro territorio – le parole del sindaco Alice Galbiati – Confidiamo nella capacità delle forze dell’ordine di dare una risposta forte all’allarme creatosi per via dei recenti fatti di cronaca e restiamo a disposizione per affrontare le tematiche legate alla sicurezza insieme a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti».

Silvia Cattaneo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA