Cantù detta legge sui vaccini
Obbligatori al personale sanitario

All’indomani dell’aut aut della Rsa Garibaldi Pogliani ai dipendenti, interviene anche il governo Draghi

Apripista nel porre l’obbligo della vaccinazione per i dipendenti delle proprie Rsa - due a Cantù, in via Galimberti e in via Fossano, e una a Capiago Intimiano -, la Fondazione Garibaldi Pogliani sarebbe andata avanti anche in solitaria, forte del solo testo sulla sicurezza sul lavoro. Ma ora, all’aut aut della direzione sanitaria tra la vaccinazione o la sospensione dal servizio, si aggiunge anche il Governo Draghi: il decreto legge approvato l’altra sera dal Consiglio dei Ministri avrà infatti conseguenze anche sulla vicenda dei nove tra infermieri e operatori sanitari che lavorano nelle strutture della Fondazione e che sono stati richiamati perché non si sono vaccinati. Anche a loro, infatti, viene imposto l’obbligo della profilassi anti Covid. Questo varrà a breve in tutta Italia per chi esercita professioni sanitarie e per gli operatori del settore. L’essere vaccinato è per il Governo condizione essenziale per poter svolgere la professione. Un argomento in più per la Rsa e in meno per i nove dipendenti. Alcuni di loro, un paio, ha chiesto tuttavia informazioni per procedere con la vaccinazione. Altri, hanno presentato un certificato medico in cui si riferiscono alcune allergie. Altri ancora hanno dichiarato altri motivi medici. Per loro, sembra esserci solo la strada della scelta tra il vaccino o lo smaltimento ferie e, in ultimo, l’aspettativa retribuita. Difficile, infatti, che a Cantù vi possa essere un impiego diverso all’interno delle strutture: il presidente Silvano Cozza ha riferito dell’impossibilità di utilizzare i nove dipendenti in altro modo. Come comportarsi con chi per motivi medici non potrebbe vaccinarsi? All’interno della onlus, si riferisce, lo si sta valutando. I lavoratori di Cantù, per indecisioni proprie o perché su posizioni di generale contrarietà ai vaccini - anche se per lavorare in Rsa era già chiesta come necessaria la vaccinazione contro l’epatite B - avevano deciso di non vaccinarsi. Ora, sino al 31 dicembre, sarà in vigore il sostanziale obbligo di vaccinazione, «requisito essenziale all’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative - si legge nel decreto - Può essere omessa o differita solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale». Sarà Ats Insubria a invitare i lavoratori di Cantù non vaccinati a produrre la documentazione sull’effettuazione della vaccinazione, l’omissione o il differimento della stessa. Se non ci saranno riscontri, avverrà la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comunque il rischio di diffusione del contagio da Covid. Il datore di lavoro potrà utilizzare il lavoratore per mansioni diverse, anche inferiori. Se invece questo non è possibile: sospensione e niente retribuzione. Fino al completamento del piano vaccinale nazionale. Comunque non oltre la fine dell’anno. A meno che non ci si vaccini.

(Christian Galimberti)

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