Cantù, dimessi gli ultimi pazienti
Ospedale finalmente “Covid free”

Quattrocento pazienti in 208 giorni di apertura del reparto multidisciplinare. L’Hub di riferimento per il virus torna ora il Sant’Anna. Scola: «Grazie a tutto il personale»

Da giorni, ormai, la morsa della pandemia si stava allentando sull’ospedale Sant’Antonio Abate, che ora è Covid free: ieri sono stati dimessi gli ultimi pazienti affetti dal virus ricoverati nel reparto multidisciplinare. Solo una settimana prima era toccato all’ultimo paziente che ancora si trovava ricoverato in Terapia Intensiva venire trasferito in un altro reparto, e questa da lunedì è stata riconvertita in Rianimazione no-Covid.

Un’ulteriore buona notizia che regala un po’ di sollievo, dopo una primavera che ha visto il presidio di via Domea fronteggiare una situazione critica.

La pandemia comunque non è ancora solo un ricordo e oggi eventuali pazienti Covid che dovessero necessitare di un ricovero verranno inviati da Cantù all’Hub Covid di riferimento, che è l’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia. L’area multidisciplinare, dallo scorso 26 ottobre, era stata destinata insieme alla Week-Day Surgery, chiusa due settimane fa, all’accoglienza di pazienti Covid.

«Impegno e professionalità»

E sono stati oltre 400 i pazienti ricoverati in questi sette mesi, 208 giorni, seguiti da Carla Bassino, dirigente medico di Medicina Interna, come referente medico del reparto, e Antonio Paddeu, primario della Riabilitazione Cardiorespiratoria, come responsabile medico, insieme alle coordinatrici infermieristiche Mariantonia Frigerio e Patrizia Coeli. «Ringrazio tutto il personale che in questi lunghi mesi si è impegnato nell’assistenza e nella gestione dei tanti malati che abbiamo accolto – le parole di Elena Amina Scola, responsabile della Direzione medica del Sant’Antonio -. Con fatica ma grazie all’impegno di ognuno è stato possibile garantire con professionalità un’assistenza multidisciplinare, che ha visto coinvolte tutte le specialità rappresentate nel nostro ospedale». Il destino dell’ospedale di Cantù - come quello di tutti i piccoli presidi territoriali – negli ultimi anni è più volte stato messo in discussione e il direttore generale di Asst Lariana Fabio Banfi torna a confermare il suo ruolo.

«Sviluppo e consolidamento»

«Il contributo offerto dal presidio canturino a partire dalla seconda ondata della pandemia ha potenziato la capacità di contrasto all’emergenza infettivologica complessivamente messa in atto dal network ospedaliero di Asst Lariana. Questa esperienza è la migliore dimostrazione che l’ospedale di Cantù detiene tutte le caratteristiche di una struttura dedicata alla gestione di pazienti acuti con le dotazioni adeguate per gestire la domanda sanitaria espressa da un bacino territoriale considerevole».

E assicura: «Asst Lariana lavora su fattori di sviluppo e ulteriore consolidamento della struttura canturina».

Nei mesi scorsi si era riconvertito per i pazienti Covid il reparto di Chirurgia multidisciplinare, dove sono ricoverati i pazienti di Chirurgia Generale, Ginecologia, Ortopedia a Otorinolaringoiatria, trasferiti in Medicina, rendendo disponibili 39 posti letto Covid, ben presto aumentato fino a 49. Ma in marzo, nel picco della terza ondata, erano stati tutti occupati arrivando a quota 58 ricoverati. Anche la Terapia Intensiva aveva visto riaprire quattro posti letto dedicati ai pazienti Covid, portando il massimo attivabile fino a otto.

Silvia Cattaneo

@Riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA