Cantù, l’inchiesta sulle Rsa
Sentiti i dipendenti dell’ospedale

Convocati dai carabinieri infermieri e operatori, in qualità di persone informate sui fatti. Verranno raccolte anche le testimonianze dei familiari di chi è morto nelle case di riposo

Sono le voci dei familiari di chi è morto nelle Rsa del territorio.

Ma anche le voci di infermieri e operatori socio-sanitari dell’ospedale cittadino, chiamati a fornire informazioni utili sulla gestione dell’emergenza. Nella stagione più letale della pandemia coronavirus: la recentissima primavera di lutti, contrassegnata dai numerosi decessi avvenuti nelle strutture sanitarie. Voci che avranno l’orecchio attento dei Carabinieri, nelle caserme della Compagnia di Cantù. Gli inquirenti sono infatti pronti a sentire le cosiddette persone informate sui fatti: sono già state fissate alcune convocazioni, ad esempio, nelle stazioni di Cantù e di Cermenate.

Titolare dell’inchiesta - che entra sempre più nel vivo - la Procura di Como. Dalla Procura era partito l’ordine ai Carabinieri del Nas di Milano di effettuare una serie di ispezioni. Sui fascicoli, ipotesi di reato - tutti a carico di ignoti, e a seconda dei casi - quali l’omicidio colposo o l’epidemia colposa. E sono 18, in tutta la provincia di Como, i fascicoli. Uno per ciascuna struttura sanitaria. Quasi tutte sono Rsa, la sigla che identifica le case di riposo: 17. Più l’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù.

(Christian Galimberti)

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