Cantù, ormai è terza ondata piena
«Più letti e terapia intensiva Covid»

La direttrice sanitaria dell’ospedale Sant’Antonio Abate: «Da lunedì altri 19 posti, per un totale di 39». Rianimazione interamente dedicata al virus. Appello a ridurre la pressione sul pronto soccorso

La terza ondata della pandemia è arrivata e ieri, in gran fretta, per timore che l’aumento dei contagi diventi fuori controllo, il presidente della Regione Attilio Fontana ha firmato l’ordinanza che fino al 14 marzo vede passare tutta la Lombardia in zona arancione rafforzato. Como in zona arancione c’era già e da giorni il pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate registra una pressione critica da parte dei pazienti Covid. Tanti, con difficoltà respiratorie e un’età media che si abbassa. Per questo da lunedì verranno attivati 39 letti Covid e anche la Terapia Intensiva sarà dedicata ai pazienti che hanno contratto il virus. In via Domea proseguono le vaccinazioni degli over 80, ieri tutto il giorno, dalle 13 alle 20.

«Finora – assicura la direttrice sanitaria dell’ospedale cittadino Elena Scola – non ne abbiamo mai sprecata nessuna. Cerchiamo di contattare tutti per avere il numero preciso di quanti rispetteranno l’appuntamento e se necessario richiamiamo persone di categorie già in fase vaccinale e che, per questioni personali, non vi si sono potute sottoporre prima». I segnali che la pandemia stava riprendendo forza si erano già colti. Una settimana fa veniva confermata la maggiore pressione soprattutto sul pronto soccorso.

E infatti nei giorni scorsi il direttore generale dell’Asst Fabio Banfi aveva annunciato la necessità di riconvertire ulteriori posti letto da destinare ai pazienti Covid. A Cantù, in sole due settimane, il numero dei positivi è quasi triplicato, passando dai 105 del 18 febbraio a 275.

«Ci siamo dovuti adeguare – spiega Elena Scola – e attualmente siamo passati dal livello 3 al livello 4 A». Il massimo grado di criticità è il 4 C. «In accordo con la direzione strategica – prosegue – abbiamo riconvertito il reparto multiscipliare per i pazienti Covid e per lunedì, quindi, avremo 39 posti letto Covid».

Nel reparto di Chirurgia Multidisciplinare sono ricoverati i pazienti di Chirurgia Generale, Ginecologia, Ortopedia a Otorinolaringoiatria, ora trasferiti in Medicina, inoltre si è attuato un piano di dimissioni. Anche la Terapia Intensiva vedrà riaprire quattro posti letto dedicati a chi sia colpito dal virus.

«I pazienti che arrivano in pronto soccorso – continua Elena Scola – hanno un’età media che si sta abbassando, dai 65 ai 70 anni, anche se ci sono oscillazioni generazionali. Tutti hanno bisogno di ossigeno e di supporto ventilatorio».

Il picco dei contagi è previsto a breve e per di più in un momento in cui già ci sono molti ricoverati, tanto che Banfi ha già annunciato che probabilmente dovrà essere valutata la contrazione delle attività ambulatoriali. Intanto si prosegue con determinazione l’attività vaccinale, che verrà implementata con l’avvio delle somministrazioni alle forze dell’ordine e al personale scolastico. «La vaccinazione è fondamentale – prosegue – è la speranza per uscire da questa situazione. Nel frattempo l’invito ai cittadini è a essere prudenti, ad attenersi a tutte le misure per limitare la diffusione del contagio e a evitare accessi al pronto soccorso a meno che non vi sia una reale e urgente necessità».

Silvia Cattaneo

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