Cantù, terremoto in consiglio comunale Fratelli d’Italia fuori dalla maggioranza

Politica Strappo in apertura: «La mano per lungo tempo tesa viene ritirata». Salta la seduta. Il nodo resta il mancato ingresso di Gaudiello in giunta. Adesso i numeri sono risicati: 13 a 12

Non si può dire che si tratti di una svolta inaspettata: dopo due anni di rapporti molto tesi, ultimatum e convivenza politica spesso evidentemente scomoda Fratelli d’Italia lascia la maggioranza e porta i suoi quattro consiglieri in opposizione. E l’ha fatto, ieri sera in consiglio comunale, con parole rivolte alla Lega che non concedono spazio al dubbio: «Siamo stanchi – ha detto il capogruppo V aleriano Maspero - di questo atteggiamento di superiorità spocchiosa, ingiustificata e alla prova dei fatti e dell’amministrazione fin qui condotta anche decisamente fuori luogo».

E quindi «la mano che per lungo tempo è stata tesa al sindaco e a questa maggioranza viene ritirata».

Quattro consiglieri in meno

La maggioranza che ha vinto le elezioni non esiste più, la lapidaria constatazione delle minoranze, prima di alzarsi e lasciare l’aula, decretando la fine della seduta. Non sono sassolini quelli rotolati fuori dalla scarpe ma macigni. Da tempo Fratelli d’Italia, diventata seconda forza della maggioranza, chiedeva a gran voce di avere un assessore in giunta, individuato nel presidente del consiglio Mirko Gaudiello. Ma il suo ingresso non è mai arrivato, e allora sono i meloniani a prendere la strada dell’uscita. Una rottura che più volte, nei mesi scorsi, è parsa prossima e che ora, togliendo quattro consiglieri al centrodestra, crea qualche problema di stabilità. La Lega – sindaco compreso – Forza Italia, Cantù Sicura e l’ex capogruppo di Lavori in Corso Paolo Di Febo, oggi consigliere indipendente cui il sindaco ha attribuito la pesante delega alle Opere Strategiche e Progetti Innovativi, arrivano a quota 13 voti. Le opposizioni e Fratelli d’Italia a 12.

Basterebbe un raffreddore per mandare sotto la maggioranza. Un passaggio questo, che finisce nell’elenco delle azioni attribuite alla Lega, e in particolare al sindaco Alice Galbiati, «vero è che se cambiando casacca si porta un voto in più alla maggioranza allora vanno bene un po’ tutti». Lo strappo arriva all’indomani della debacle del centrodestra, e della Lega in particolare, a Como e dei risultati elettorali che hanno visto FdI sopravanzare il Carroccio ma, assicura Maspero,

«Abbiamo atteso per mesi che il sindaco tenesse fede agli accordi presi tra le forze politiche di maggioranza a livello regionale prima e provinciale poi. Accordi che come noto, prevedevano l’ingresso di Fratelli d’Italia in giunta». Il nome era quello di Gaudiello, e, ha proseguito, «ci piacerebbe sentire dalla bocca del sindaco perché questo ingresso non è mai avvenuto, ma tirerebbe fuori storie di saggi che puntano il dito e di stolti che guardano dalla parte sbagliata».

«Morale e convenienze»

Un attacco frontale ad Alice Galbiati: «Siamo logori - ha continuato Valeriano Maspero - da un’amministrazione guidata da un sindaco che tira in ballo l’integrità morale delle persone a seconda della convenienza. Perché alla fine di questo mandato la potremo ricordare come colei che ha tenuto nella squadra di governo della città un assessore colto in flagranza di reato durante il lockdown pandemico, ma che non vuole come assessore un consigliere vittima di pettegolezzi giornalistici; null’altro che pettegolezzi».

Antonio Metrangolo di Cantù Sicura, il primo, e lo stesso Gaudiello il secondo. Per questo «da oggi non le garantiamo più il pieno sostegno, il nostro voto sarà ponderato sulle singole iniziative, nessuno sconto».

Silvia Cattaneo

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