Como: «Cani e bambini,
la nostra gente ha ribaltato i valori»

Intellettuali, benefattori, religiosi ed esperti sulla differenza negli aiuti al canile e alla Scalabrini. Castiglioni: «Ma un comasco su quattro fa volontariato»

«Abbiamo ribaltato i valori, per cui è più facile donare pensando a un cane che non a un bimbo. Mi chiedo allora dove sta andando la nostra società»: Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana, riflette sul paradosso denunciato ieri dal direttore de La Provincia Diego Minonzio per cui «per tanti di noi, per tantissimi di noi, un animale vale più di una persona».

La notizia è che, a sette giorni dall’incendio che ha distrutto il canile della Valbasca, sulla struttura sono immediatamente fioccate donazioni per centomila euro; mentre dieci mesi dopo la fine orrenda dei quattro fratellini Siff, Saphia, Soraya e Saphiria, morti nel rogo di via Per San Fermo, la gara di solidarietà (per ristrutturare l’appartamento gestito dalla Fondazione Scalabrini), è arenata a quota quarantamila euro.

Come è possibile? «Penso che sia dovuto al fatto che non sappiamo più essere corresponsabili delle nostre vite, non conosciamo più il valore dello stare insieme e la fatica di condividere l’esistenza con gli altri - risponde Bernasconi - Non vogliamo fastidi, deleghiamo tutto. Anche la gestione della povertà. La tragedia di via Per San Fermo ci dice proprio questo. Quell’uomo è stato lasciato solo da tutti, nel pensiero comune c’erano le associazioni che se ne occupavano. Che s’arrangiassero loro».

Ma perché tanta generosità per i cani, allora? «Sono basito - riprende Bernasconi - Forse perché ci danno meno fastidio dei nostri simili, perché in fondo hanno poco da condividere con noi».

«La distinzione che Aristotele faceva tra uomini e animali non escludeva che l’uomo potesse comportarsi come un animale - ricorda lo scrittore lariano Andrea Vitali - Con questo non voglio biasimare chi è generoso con gli animali, ma bisognerebbe riflettere sul fatto che lo stesso impulso a donare non derivi dalla compassione per la morte orribile di quattro bambini»

«Non manca il cuore, è il pensiero che latita - dice Giacomo Castiglioni, industriale e presidente della Fondazione provinciale comasca - Ma in fondo la mia esperienza mi dice che i comaschi sono generosi con i propri simili: uno su quattro è impegnato nel volontariato per far qualcosa a favore degli altri. Non è un dato da poco».

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