Di Maio in Brianza
«Via subito l’Imu e tante leggi inutili»

Il leader dei Cinque Stelle ieri in visita a Carugo. Alle imprese: «Meno burocrazia». Poi la promessa: «Tornerò quando saremo al Governo»

Nel cuore della Brianza, in quella Carugo dove la Lega Nord è il primo partito con il 36% dei voti e il Movimento 5 Stelle il secondo con il 20%. Nel cuore di quelle imprese che già aveva visitato nel dicembre scorso. Luigi Di Maio, leader dei pentastellati, parla del futuro del Paese, dei presidenti delle Camere («Vogliamo individuarli in maniera condivisa, rispettando i vincitori, ma anche parlando con tutte le forze politiche. Noi chiediamo la presidenza della Camera in quanto prima forza del Paese, sentirò tutte le forze politiche, ma non vogliamo indagati o condannati» e parla, soprattutto, dei temi cari al mondo economico. Tasse e burocrazia su tutto.

«Grande sfida - esordisce Di Maio davanti alla platea nell’azienda del fondatore del movimento del “drappo bianco” Giuseppe Caggiano - è tornare dove sei stato in campagna elettorale e iniziare a lavorare sui fatti ed è quello che intendiamo fare». Il primo applauso lo riceve quando dice: «Non siete persone non disponibili a fare dei sacrifici, ma prima li deve fare chi vi chiede di farli, altrimenti non c’è corrispondenza tra istituzioni e cittadini». Poi dice: «Per me ha un alto valore simbolico essere qui, parlare in un’azienda che produce per il Paese e che, magari, fa parte di quelle aziende a cui in passato è stato prima detto “costruisci, investi” e poi hanno messo l’Imu sui beni strumentali. Una delle battaglie di civiltà da fare subito alla prima occasione utile, ad aprile, nel documento di economia e finanze è superare l’Imu sui beni strumentali, sui capannoni». E anche qui scatta l’applauso. Affronta il tema dell’Iva («dobbiamo evitare l’aumento perché se vogliamo parlare di Iva, l’obiettivo deve essere quello di abbassarla») e del costo del lavoro («io vengo da una famiglia che ha fatto impresa per trent’anni nell’edilizia, quante volte si vuole assumere ma il costo è troppo alto: in Italia il doppio del netto che dai») prima di passare al «grande mostro della burocrazia».

Parla di banche, della necessità che l’Italia abbia una «banca per gli investimenti» e poi torna ad affrontare i temi politici. Boccia «governi tecnici o governissimi» dicendo di credere «nella guida politica del Governo» rivendicando di essere «la prima forza politica con il 32,5% mentre la seconda è al 18%» e sottolinea il motivo della sua visita in Brianza. «Tra le mie prime uscite pubbliche sono venuto in queste zone, in questa Regione, a ringraziarvi, perché abbiamo aumentato il numero di voti da un milione a un milione e mezzo. In questa zona abbiamo fatto un risultato bellissimo, c’è tanta fiducia». E in conclusione una nuova promessa: In vista della formazione del Governo non si deve parlare del chi ma del cosa e del chi deve realizzare quel cosa. È una grande sfida portare quei temi al governo dell’Italia. Ci riusciremo? Io sono molto fiducioso. In campagna elettorale vi avevo promesso che sarei venuto qui di nuovo il giorno dopo le elezioni. Sono passati dieci giorni e sono da voi. Ora prendo l’impegno di tornare da voi una volta al Governo del Paese».

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