Furto d’identità a un canturino
«Spariti dal mio conto 20mila euro»

Truffato l’ingegnere Andrea Tagliabue: «A Napoli finto lo smarrimento della mia scheda». Poi i bonifici dal suo cellulare con l’home banking. «L’ho scoperto perché insultavano su WhatsApp dal mio numero»

«Mi sono accorto che qualcosa non andava quando mia moglie, sui gruppi WhatsApp a cui siamo iscritti, ha visto che a mio nome arrivavano insulti agli altri genitori della scuola, alla squadra di basket di mio figlio». Così racconta Andrea Tagliabue, ingegnere, di Cantù. I ladri, da Napoli, hanno finto lo smarrimento della sua sim: forse grazie alla complicità di un centro di telefonia, hanno ottenuto una copia della scheda del cellulare. Con l’home banking, sono riusciti a inviare quattro bonifici istantanei a un probabile prestanome: in tutto, quasi 20mila euro spariti dal suo conto e dal conto degli anziani genitori. Una cifra che la filiale di Cantù di Banca Intesa San Paolo ha inizialmente restituito, ma poi ha preferito stornare.

«Il mio auspicio - dice Tagliabue - è che quei soldi tornino presto. Ci sono arbitrati che mi danno ragione: non c’è né dolo, né colpa grave, visto che sono vittima di una truffa». Inizia tutto il 17 marzo. «Il mio cellulare - racconta - risulta sconnesso dalla rete. Chiamo il numero di assistenza, mi dicono che le reti sono sovraccariche per il lockdown, che entro 24 ore si sarebbe risolto tutto. E poi vedo i messaggi sul telefono di mia moglie». Qualche altro papà avrebbe tentato una telefonata allo pseudo Tagliabue di spiegazioni. Ma gli avrebbe risposto un altro, in napoletano, contento del colpo di teatro.

«Ho subito temuto per l’home banking - continua - E infatti, dal conto dei miei genitori, è partito un bonifico istantaneo di 4mila e 980 euro, verso un signore di Casavatore, Napoli: un prestanome, credo. La mattina dopo, ho scoperto che dal mio conto sono usciti ben tre bonifici da 4mila e 980 euro, sempre verso questo signore. Poi il sistema si è bloccato in automatico». Totale della truffa: 19mila e 920 euro. «Ho presentato denuncia per truffa ai Carabinieri di Cantù e avviato la procedura di disconoscimento dei quattro bonifici. Il lunedì dopo mi sono stati accreditati questi soldi “salvo buon fine”. Invece venerdì scorso la banca mi ha comunicato che umanamente mi è vicina, ma non si ritiene responsabile: mi ha consigliato di procedere con la procedura di reclamo, già avviata».

«Siamo dispiaciuti di quanto accaduto al nostro cliente, vittima di una frode informatica di cui Intesa San Paolo non è in alcun modo responsabile - scrive il settore Media Relations di Intesa San Paolo in una nota a La Provincia - Il sistema della banca non è stato, infatti, violato e le operazioni oggetto della truffa sono state disposte previa immissione delle corrette credenziali affidate alla custodia esclusiva del cliente, presumibilmente carpite secondo le modalità del fenomeno fraudolento, genericamente denominato phishing. A questa fase è seguito il cosiddetto swap sim, ossia la sostituzione, da parte del truffatore, della sim del cellulare presso il gestore telefonico». «Non appena pervenuto il disconoscimento da parte del cliente - conclude Intesa San Paolo - abbiamo comunque tentato il richiamo dei bonifici, purtroppo senza esito positivo

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